Brexit rallenta l’export di formaggi italiani in Uk: -8,2% a volume

2019-03-22T11:39:27+01:0022 Marzo 2019 - 11:39|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , |

L’export dei formaggi italiani in Uk, terza destinazione per importanza, è diminuito dell’8,2% a volume. Con un calo, in particolare, del 10% per i formaggi freschi, del 17% per i grattugiati e del 4% per il gorgonzola. Stabili solo i formaggi duri, che fanno segnare un +0,6%. Meglio il quadro a valore, per il momento, con prezzi che crescono del 3%. “C’è il rischio che il prolungarsi di questo periodo d’incertezza scoraggi le imprese italiane e vanifichi gli sforzi che per anni noi imprenditori abbiamo affrontato per consolidare un mercato essenziale per le nostre esportazioni”, è la preoccupazione espressa da Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte. Forti le preoccupazioni circa Brexit, soprattutto in caso di no deal. Il governo Uk ha predisposto un documento (provvisorio) che prevede l’abbattimento dell’87% delle linee tariffarie dei prodotti importati, ma il restante 13% non è stato liberalizzato perché riguarda settori “sensibili” per l’Uk, come il burro e alcuni formaggi. Per i produttori italiani l’eventuale imposizione di dazi sarebbe un grosso problema, soprattutto per i formaggi grattugiati, in primis grana padano, parmigiano reggiano, pecorini). Infatti, applicando il dazio a 4.500 tonnellate (il volume esportato nel 2018) la perdita per le aziende italiane supererebbe il milione di euro. Se Bruxelles dovesse accettare la proposta di un’estensione tecnica della scadenza del 29 marzo, il Regno Unito resterà nell’Ue fino al 30 giugno. Un fatto però che rischia di consolidare il rallentamento dell’export dei formaggi italiani in Uk. “Nel caso andasse in porto l’ipotesi ad oggi più plausibile, ovvero la proroga al 30 giugno della Brexit – conclude Ambrosi – è imperativo impiegare efficacemente questo periodo, lavorando per ottenere l’abbattimento del 100% dei dazi e garantire l’attuale protezione delle nostre Indicazioni Geografiche”.

Torna in cima