Bruxelles (Belgio) – Secondo Carlo Petrini (foto), fondatore di Slow Food, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada (Ceta) non porterà nulla di buono per l’agricoltura di piccola scala e per le produzioni di qualità. Come spiega in un corsivo su Repubblica, “siamo di fronte a una misura volta a promuovere, sostenere, difendere e affermare esclusivamente gli interessi della grande industria”. Questi i punti critici: la scarsa tutela dei prodotti Dop e Igp, che potrebbero essere imitati oltre oceano senza alcuna sanzione; il taglio dei dazi, che farebbe crescere l’import europeo di carni con standard di produzione molto meno stringenti dei nostri. Per sopravvivere, nota Petrini, i produttori europei dovrebbero “contrarre i costi in termini di qualità e remunerazione del lavoro, benessere animale, concentrazione della filiera”. Così, conclude il fondatore di Slow Food, “invece di migliorare le condizioni di chi sta peggio, si innesca una guerra al ribasso che porta al baratro chi produce bene”.
Ceta (2), Carlo Petrini: “Si innesca una guerra al ribasso”
federico2017-02-14T10:53:29+02:0014 Febbraio 2017 - 10:47|Categorie: Mercato|Tag: carlo petrini, Ceta|
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