Crac Popolare di Vicenza: la difesa di Zonin

2023-06-16T12:50:26+02:009 Febbraio 2021 - 17:09|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , |

Vicenza – Si svolge oggi l’ultima di tre udienze di difesa riservate a Gianni Zonin, imputato ‘principe’ del processo a Banca Popolare di Vicenza per il crac finanziario del 2015. Per il quale lo scorso dicembre i pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi hanno chiesto una condanna a 10 anni di reclusione. Nel corso delle prime due udienze, che si sono svolte venerdì 5 e sabato 6 febbraio, l’avvocato Enrico Ambrosetti, legale rappresentante di Zonin, ha messo in scena quello che i quotidiani locali hanno definito delle ‘arringhe difensive show’. Ambrosetti definisce Zonin la “vittima predestinata di un processo in un clima di odio. Un condannato fin dal primo momento”. Il legale ha incentrato la linea di difesa sulla presunta estraneità ai fatti del suo assistito, in particolare per quanto riguarda le famigerate ‘operazioni baciate’ (finanziamenti erogati da una banca a un cliente a patto che questi acquisti azioni della banca stessa, con l’incentivo di godere di tassi d’interesse più bassi o ricevere cifre più elevate). Ma anche sul ruolo giocato nella vicenda dall’ex Ad e Dg dell’istituto di credito, Samuele Sorato (attualmente al centro di un processo parallelo), che Ambrosetti definisce “il vero padre padrone della banca dal 2012”. Il legale evidenzia inoltre quelli che ritiene i punti deboli del processo, tra cui: la competenza del tribunale di Vicenza, invece che Roma o Milano; “l’indulgenza giudiziaria” data a molti per non costruire “un processo con decine di imputati”; ma anche l’assenza di Banca d’Italia tra gli imputati visto il ruolo “eclatante” avuto sulle ‘baciate’. Terminate le udienze di difesa, il collegio giudicante procederà a una fase informale di valutazioni interne della durata di un mese circa. Per pronunciare infine la tanto attesa sentenza.

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