Cun tagli freschi: calano di 6 centesimi le cosce non Dop, macelleria in crescita prima dei ponti

Parma – Dopo il ribasso sul vivo, la seduta sui tagli freschi non riserva grandi scossoni, ma le poche variazioni sono indicative di alcune tendenze precise. I 6 centesimi di calo delle quotazioni delle cosce non Dop allungano ulteriormente il gap con le produzioni tutelate. E se da una parte questo significa la tenuta del circuito delle denominazioni d’origine, dall’altra aumenta la pressione su questi prodotti, il cui consumo è messo in crisi dalle dinamiche inflattive. Il calo delle cosce fresche non marchiate, invece, può attribuirsi a diversi fattori: il dinamismo che questi prodotti stanno avendo sul mercato interno, ma anche la loro maggiore vulnerabilità alle restrizioni post-Psa. Essendo prodotti a stagionatura tendenzialmente inferiore, è più probabile che in futuro dovranno rinunciare ai mercati più prudenti, Canada in testa.

Abbastanza a sorpresa, i macelli recuperano qualcosa sui tagli destinati alla vendita freschi: il lombo Padova e il busto con coppa guadagnano infatti rispettivamente 30 e 20 centesimi. Forse l’effetto dei ponti in programma tra il 25 aprile e l’1 maggio.

Questo il dettaglio:

Sui mercati europei, ancora nessuna variazione sul prezzo dei suini. Da registrare invece una sorprendente impennata in Olanda  di coppe (+10/14 cent) e pancette (+10 cent), parzialmente compensata da un calo di 15 centesimi del filetto.