Lipetsk (Russia) – Mercoledì scorso poliziotti russi in assetto anti-sommossa hanno fatto irruzione all’interno della fabbrica Roshen di Lipetsk, nella Russia meridionale, intimando ai dipendenti di uscire dallo stabilimento e imponendo la chiusura dello stesso. Attività che ad oggi non sono ancora riprese, e senza motivi apparenti. La Roshen, una delle principali aziende dolciarie ucraine di proprietà del filo europeista Petro Poroshenko, è stata al centro di controversie e guerre commerciali fin dal luglio scorso, quando il servizio federale russo di tutela dei consumatori, il Rospotrebnadzor, rivelò alcune (sospette) irregolarità sanitarie. Accuse smentite dal governo ucraino, ma che non impedirono al Cremlino di varare un decreto per il blocco delle importazioni. Un’operazione che rientrava nelle azioni di propaganda contro la firma degli accordi con l’Ue. E anche questa nuova “aggressione”, secondo gli analisti, sarebbe dovuta al sostegno di Poroshenko alle proteste di Maidan, alle posizioni pro-Europa e alla contrarietà all’unione doganale con la Russia.
ESTERI
Russia/Ucraina: è (di nuovo) guerra sul cioccolato. Chiusa la Roshen
federica2014-03-25T12:15:17+01:0025 Marzo 2014 - 12:15|Categorie: Dolci&Salati|Tag: Lipetsk, Petro Poroshenko, Roshen, Russia, Ucraina|
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