Torino – L’accusa per oltre trenta titolari di imprese attive nel settore suinicolo e nella fornitura di materiale genetico agli allevamenti è frode in commercio. E’ il risultato di decine di perquisizioni attuate il 21 febbraio da parte dell’Ispettorato centrale repressione frodi tra Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Lo annuncia il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e precisa che l’operazione mira a tutelare le produzioni a denominazione di origine protetta Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio aggravata. Avrebbero utilizzato suini non ammessi dal disciplinare di produzione, vale a dire senza le caratteristiche di qualità e tipicità richieste per produrre prosciutti Dop. “Siamo parte lesa in questa situazione che danneggia enormemente il lavoro di tutto il comparto”, sottolinea Vittorio Capanna, presidente del Consorzio del prosciutto di Parma. “Allo stesso tempo siamo orgogliosi che il sistema di controllo che regola la qualità delle Dop funzioni, anche grazie alle attività incrociate tra i nostri ispettori e quelle delle forze dell’ordine. E’ bene inoltre ricordare che, grazie alla tracciabilità della filiera tutelata, nessuna coscia dei maiali provenienti da tali aziende potrà diventare un prosciutto Dop e i pezzi eventualmente in stagionatura saranno facilmente identificati e distolti dal circuito”.
Falsi prosciutti Dop (1): 30 indagati in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
federico2017-02-22T10:44:07+01:0021 Febbraio 2017 - 19:01|Categorie: Mercato, Salumi|Tag: consorzio prosciutto di parma, Consorzio prosciutto San Daniele, Mipaaf, prosciutto di parma dop, prosciutto san daniele|
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