Fare il category non dei libri ma dei consigli per acquistare: il caso di questa libreria specializzata in lettori

2025-04-30T08:40:34+02:005 Maggio 2025 - 08:45|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Retail|Tag: , |

Di Luigi Rubinelli

Qualche settimana fa abbiamo pubblicato un articolo su una libreria specializzata in lettori (vedi qui). Diversi lettori ci hanno scritto perché non avevamo fatto un approfondimento sull’assortimento della libreria.

Detto francamente: non pensavamo interessasse così tanto, visto che la libreria è un canale ovviamente diverso dal supermercato.

 

 

Ecco, allora, che siamo tornati per l’approfondimento dovuto:

  • l’ingresso principale immette in uno spazio che è un po’ il racconto della libreria specializzata in lettori,
  • il tavolo principale è dedicato alle novità appena uscite, non molte ma ben presentate,
  • la parete alle spalle è dedicata ai quattro librai e alle loro scelte,
  • ogni libraio ha uno spazio identico,
  • in alto c’è la sua foto stilizzata, così il cliente capisce con chi ha a che fare,
  • sotto un buon numero di libri consigliati, non necessariamente attuali,
  • ogni libro ha un proprio slim con una presentazione critica del libro e anche dell’autore.

È un grande affresco, se ci perdonate l’entusiasmo, di category management, di filo conduttore verticale, su come è gestita la libreria e quindi del posizionamento: la libreria specializzata in lettori.

Il racconto del posizionamento si amplia poi ai servizi:

  • la valutazione dei libri usati,
  • le forme di prenotazione e ritiro,
  • l’uso del canale on line.

È un formidabile esempio, lo ripetiamo, su come deve essere fatto il category, partendo dai bisogni del cliente, sviluppati dai librai e infine all’organizzazione dello scaffale.

Il parere di Alimentando

Un tempo gli ipermercati e i supermercati mettevano in rilievo in appositi spazi le foto del direttore e del suo vice, all’ingresso, in modo che tutti la vedessero. Nei reparti a servizio lo stesso metodo, le foto della squadra del reparto. Era un modo di umanizzare un grande spazio a self service. Era, perché in realtà, questo sistema non è più usato. Peccato, perché si parla tanto di valorizzare le risorse umane, ma poi, quando ci sono le si nascondono. Possibile non riprendere ancora questa formidabile usanza?

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