Il discount decelera ma nel 2022 le persone cercheranno ancora promozioni e prezzi bassi

2022-02-02T09:33:18+01:002 Febbraio 2022 - 09:33|Categorie: in evidenza, Retail|Tag: , , , |

Di Giulio Rubinelli

In un recente sondaggio di italiani.Coop svolto su manager della Gdo e dell’Idm, sul fronte del mercato finale, la ragione della preoccupazione dei manager intervistati è relativa alla possibile risposta della domanda finale ad un repentino incremento dei prezzi.

Oltre la metà dei manager intervistati, infatti, prevede che i consumatori italiani, per cercare di non essere sopraffatti dal nuovo andamento dei prezzi cercheranno di acquistare maggiormente prodotti/marche in promozione, e per il 47% degli operatori i cittadini sceglieranno anche di frequentare maggiormente i discount o punti vendita più convenienti (43%).

 

La fragilità della domanda determinerà sicuramente un ulteriore incremento della tensione competitiva nel mercato distributivo. E due fenomeni più di altri testimoniano immediatamente tale scenario. Da un lato, la crescente fedeltà a canali, insegne e prodotti, testimoniata innanzitutto dalla continua affermazione dei discount che sempre di più sono scelti dalle famiglie italiane (questo canale assorbe infatti oltre l’80% della crescita complessiva delle vendite Gdo) e dall’altro, la nuova impennata della pressione promozionale sui prezzi che cresce di 1,1 punti percentuali passando dal 17,9% nel 2020 al 18,2% nel 2021 (anno terminante novembre), anticipando quella che probabilmente sarà anche la dinamica nel 2022.

La Gdo sembra avviarsi, infatti, verso una condizione che la vede schiacciata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e quindi dei listini dei fornitori e dalla dinamica dei prezzi al consumo manifestata dal mercato negli ultimi mesi.

La spinta di queste dinamiche costringe la Gdo in una posizione difficile, stretta tra gli incrementi dei listini dei fornitori e la concreta difficoltà di portare tali incrementi al mercato finale e, allo stesso modo, i margini delle imprese distributive non consentono oggi di assorbire l’eventuale differenziale. Il tema andrà certamente gestito nell’ambito dell’interlocuzione tra produttori, distributori e istituzioni.

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