Osservatorio Uiv-Vinitaly (1): vendite di vino in calo nel 2022, “ma la vera doccia fredda sarà nel 2023”

2022-11-07T16:54:06+02:007 Novembre 2022 - 16:54|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , |

Verona – È uno scenario difficile quello dipinto dai dati dell’Osservatorio Uiv/Vinitaly, presentato oggi a Verona in occasione della prima giornata di wine2wine. Dopo anni di forte crescita, per il vino italiano “il grande freddo è già arrivato, e si farà sentire per tutto il 2023”, spiega l’Osservatorio, che parla di un surplus dei costi registrato quest’anno dalle aziende  pari a 1,5 mld di euro (+83%), derivanti dai soli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime secche.

Costi che andranno inevitabilmente a impattare i bilanci: il Margine operativo lordo (Mol) è previsto  al 10%, in calo rispetto al 25% del 2021 e peggiore anche del 2020, quando l’indicatore di redditività riscontrato era al 17%. “Ma la vera doccia fredda sarà nel 2023”, afferma l’Osservatorio, quando “in uno scenario recessivo il Mol andrà in caduta libera (4%), con un fatturato, a -16%, che in molti casi non riuscirà a coprire costi in decremento (-11%) ma comunque relativamente alti. In termini monetari, la riduzione del Mol attesa per l’anno prossimo è di circa 900 milioni di euro, attestandosi così a 530 milioni di euro contro il miliardo e 400 milioni del 2022 e i 3,4 miliardi del 2021”.

L’Osservatorio prevede inoltre, per il 2022, una chiusura d’anno con vendite in calo dell’1% a volume (41,4 milioni di ettolitri), per un valore in aumento, grazie all’horeca e alla vendita diretta, del 6%, a 14,3 miliardi. Molto meglio l’estero sulla dinamica valoriale (+10% contro +1% del mercato italiano), mentre i volumi sono attesi stabili in Italia e in leggera contrazione sui mercati internazionali. “Il dato del valore – rileva l’analisi – non deve però trarre in inganno: l’incremento, del tutto inflattivo, del 7% sul prezzo medio non basta a coprire i costi, come dimostrato dalle richieste delle imprese alla distribuzione di aumentare i listini mediamente del 12%”.

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