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Quick commerce: quale futuro?

2022-07-08T11:20:32+02:008 Luglio 2022 - 12:00|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Retail|Tag: , , , , , , |

Dopo l’addio di Gorillas all’Italia, il delivery ultrarapido è in fermento. I player presenti nel nostro Paese e le prospettive di un business che sta cercando la sua strada.

Titoli di coda per Gorillas Italia. Il nostro Paese non rientra infatti tra le aree strategiche dell’azienda berlinese, specializzata nella consegna della spesa a casa in 10 minuti, attraverso gli iconici rider su bici elettriche (leggi qui). Il mercato italiano dell’ultradelivery perde quindi un player importante, forse il più noto, ma continua a esistere. Ecco dunque una panoramica delle realtà in grado di effettuare consegne in tempi rapidissimi.

La spagnola Blok nasce nel febbraio 2021 su iniziativa di Vishal Verma e Hunab Moreno, due ex manager di Glovo, Uber e Deliveroo. Dopo il debutto a Madrid e Barcellona, sbarca in Italia a maggio dello scorso anno. Il punto di stoccaggio è in zona Navigli, a Milano, con l’obiettivo di coprire le aree limitrofe. I rider consegnano la spesa dalle 9 alle 22 a bordo di bici elettriche. In catalogo pasta, frutta, surgelati, piatti pronti e anche referenze provenienti da piccoli produttori locali. I piani di espansione annunciati lo scorso anno erano ambiziosi, forse anche troppo: inaugurare circa 45 magazzini tra l’Italia e la Spagna; lanciare il servizio in 10 città del Sud Europa e creare 2mila posti di lavoro. Fatto sta che un paio di mesi più tardi viene acquisita dal colosso turco Getir, arrivato in Italia nell’ottobre 2021. E da allora è un po’ caduta nel dimenticatoio.

I riflettori si sono infatti accesi proprio su Getir, che offre un servizio attivo dalle 8 alle 24 “in tantissimi quartieri di Milano e Roma”, si legge sul sito ufficiale. La consegna avviene tramite scooter e bici elettriche ed è possibile acquistare circa 1.000 referenze, food e non food. Artefice di una martellante campagna sui social, Getir viene fondata a Istanbul nel 2015. Di fatto è il pioniere del quick commerce, è in rapida crescita in Europa e punta a espandersi negli Stati Uniti. Merito anche di un round di finanziamento di 770 milioni di euro, chiuso in marzo. La nascita di Getir si deve a tre manager di tutto rispetto: Nazim Salur (fondatore anche di BiTaksi, la principale app per taxi in Turchia), Serkan Borancili (creatore del marketplace GittiGidiyor.com) e Tuncay Tutek (ex dirigente Procter & Gamble e PepsiCo in Europa e Medio Oriente). Non esattamente gente che improvvisa: avranno adeguatamente studiato le potenzialità del mercato italiano? È presto per dirlo. Intanto, proprio nei giorni scorsi, Getir ha annunciato un taglio del personale pari al 14% a livello globale. Non sappiamo ancora quale sarà il sacrificio chiesto all’Italia, dove ci sono 30 dark store e 1.200 collaboratori. Solo a Milano, dove opera una flotta di 800 rider, potrebbero essere a rischio 200 posti. Getir ha confermato però che non si ritirerà da nessuno dei mercati in cui è presente.

Ma non sono solo i player stranieri a presidiare il quick commerce nel Bel Paese. Tra le aziende in campo c’è anche una start up tutta italiana, Macai, nata nell’aprile 2020 da Giovanni Cavallo, Lorenzo Lelli ed Edoardo Tribuzio, già attivi nel settore del food delivery di alta gamma con la app Mymenu. All’inizio la consegna era attiva solo in alcuni quartieri di Milano entro 15 minuti dall’ordine, con 2mila referenze in catalogo. Poi Macai ha preso una strada tutta sua e oggi è presente anche a Torino, Modena, Bologna e Brescia. Con tempi di consegna più lunghi (dai 30 ai 60 minuti) e un assortimento più ampio, circa 7mila referenze, intende specializzarsi nella consegna in città medie, di oltre 150mila abitanti.

L’ultimo nato è invece Deliveroo Hop, servizio di consegna in 10 minuti lanciato nel marzo 2022 dalla nota società inglese. La vera novità è la partnership con Carrefour. Il servizio inizia dal centro di Milano ma “si espanderà presto nel Paese”, fa sapere Deliveroo. Un po’ controcorrente, ha scelto non di fare la guerra al retail tradizionale ma di allearsi con esso, in una logica win-win. Che sia questo il futuro di un business ancora tutto da decifrare, come il quick commerce?

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