Toccati gli 88mila operatori, di cui 25mila stranieri. Mantovani: “Si è chiuso il Vinitaly che volevamo”

2022-04-13T14:24:46+02:0013 Aprile 2022 - 14:22|Categorie: Fiere, in evidenza, Vini|Tag: , , |

Verona – Termina con un record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi la 54esima edizione di Vinitaly. Ad attraversare i cancelli della rassegna veronese (10-13 aprile), 25mila operatori stranieri (da 139 Paesi) che rappresentano il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera, pari a 88mila. “E ciò al netto della fortissima contrazione – legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali – degli arrivi da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi”, spiegano gli organizzatori. “Si è chiuso il Vinitaly che volevamo, e non era nulla scontato”, commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. “Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi”. E adesso la macchina organizzativa già guarda al 2023, “con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo tre anni”, aggiunge il presidente, Maurizio Danese. Nella classifica dei Paesi più rappresentati in fiera spiccano Usa, Germania, Regno Unito, Canada e Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca.

Da sinistra: Maurizio Danese e Giovanni Mantovani

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