Ue: “Gli allevamenti intensivi vanno coperti”. Ma la zootecnia italiana non ci sta

2022-04-06T10:55:08+02:006 Aprile 2022 - 10:55|Categorie: Carni|Tag: , , |

Bruxelles (Belgio) – Gli allevamenti intensivi di bovini, suini e pollame dovranno essere gradualmente coperti. È quanto previsto dalla proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali approvata ieri dal Collegio dei commissari Ue. Che si rivolge al 13% degli allevamenti commerciali europei, perché responsabili del 60% delle emissioni di ammoniaca e del 43% di metano. Secondo il Collegio dei commissari, i benefici per la salute derivanti dalla copertura sono stimati in oltre 5,5 miliardi di euro all’anno. La proposta, che deve essere ora approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo e che poi avrà 18 mesi per essere recepita dai singoli stati, ha suscitato grande allarme nel settore zootecnico. Secondo Filiera Italia, come riportato da Italia Oggi, la direttiva interesserà gli allevamenti di bovini adulti con 150 capi, quelli di suini con 500 capi da ingrasso e 300 scrofe, quelli di pollame con 21.428 polli da carne e 10.714 galline ovaiole.“Si tratta di misure inaccettabili”, interviene Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Se non verranno modificate durante i triloghi col Parlamento e il Consiglio, penalizzeranno inevitabilmente le nostre aziende zootecniche”. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, commenta: “La Commissione Ue manifesta un orientamento punitivo nei confronti degli allevamenti e ha proposto di inasprire gli obblighi esistenti. Oggi solo il 5% degli allevamenti avicoli e suinicoli Ue rientra nella sfera di applicazione della direttiva. Ma sulla base delle nuove proposte si salirebbe al 50%”.

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