Ue, il Consiglio rinvia la decisione sul ‘made in’. L’ira degli industriali contro il ministro Federica Guidi

2014-12-05T09:34:46+02:005 Dicembre 2014 - 09:32|Categorie: Mercato|Tag: , , , , |

Bruxelles – Nella giornata di ieri il Consiglio europeo per la competitività, presieduto dal ministro dello Sviluppo, Federica Guidi (foto), ha affrontato la spinosa questione del marchio ‘made in’, l’etichetta obbligatoria di origine europea per i prodotti non alimentari, particolarmente caldeggiata dagli industriali italiani. L’incontro si è chiuso però con un nulla di fatto, per l’opposizione del paesi del Nord europa, Germania in primis. La decisione sulla misura, già approvata dal Parlamento europeo ma non dal Consiglio, è stata così rinviata al 2015, dopo un apposito studio di fattibilità. “Non c’è accordo — ha commentato il ministro Guidi uscendo dal Consiglio —. Non siamo riusciti a trovare una mediazione in quanto diversi stati membri, tra cui la Germania, non hanno una visione comune”. La reazione degli industriali, ovviamente, non si è fatta attendere. “Oggi ci aspettavamo un atteggiamento molto più assertivo dalla presidenza italiana. Questo Consiglio, o più precisamente la sua preparazione, poteva rappresentare un punto di svolta”, ha commentato Lisa Ferrarini, vice presidente di Confindustria e presidente di Assica. “Non ci siamo mai illusi che portasse alla chiusura del dossier con una vittoria schiacciante del fronte del sì ed avremmo accolto con soddisfazione anche soltanto un segnale che si era imboccata la strada giusta. Il ‘made in’ avrebbe ricadute economiche concrete sui territori e soprattutto un impatto emotivo sugli imprenditori: ridarebbe loro quella punta di ottimismo, quella fiducia, che vale più di un trattamento economico”.

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