Roma – Il conflitto tra Russia e Ucraina non mette a rischio la produzione di pasta italiana. E non incide direttamente sui prezzi a scaffale. Lo afferma Unione Italiana Food, l’associazione che riunisce 450 aziende dell’agroalimentare, con 20 settori merceologici rappresentati, per un fatturato totale di 40 miliardi di euro. Unionfood ricorda infatti che il peso di Ucraina e Russia è marginale rispetto al fabbisogno del settore di grano duro, materia prima implicata nella produzione di pasta. “Dall’Ucraina non è stato importato grano duro nel 2021, mentre quello arrivato dalla Russia nello stesso periodo rappresenta meno del 3% delle importazioni e meno dell’1% sul fabbisogno totale dei pastai”, spiega una nota stampa. A essere interessati dal conflitto sono invece mais, soia e grano tenero, da cui si ricava la farina destinata alla produzione di pane, dolci, pizza e mangimi per animali e di cui l’Ucraina è tra i principali produttori. “In un’economia globale le oscillazioni di una commodity trascinano inevitabilmente le altre, per questo non possiamo purtroppo escludere che il conflitto possa avere effetti indiretti anche sulla pasta”, afferma Luigi Cristiano Laurenza, segretario dei Pastai italiani di Unione Italiana Food.
Unionfood: “La guerra non mette a rischio la pasta italiana”
RepartoGrafico2022-03-04T10:29:13+02:003 Marzo 2022 - 13:59|Categorie: Grocery, in evidenza|Tag: Luigi Cristiano Laurenza, Union Italiana Food, Unionfood|
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