Veneto Banca e Pop Vicenza: 600 milioni per mettere tutto a tacere

2017-01-10T12:42:57+02:0010 Gennaio 2017 - 12:42|Categorie: Mercato|Tag: , |

Vicenza – I consigli di amministrazione di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza hanno approvato il 9 gennaio un’offerta di rimborso per gli azionisti: il 15% per ogni titolo della prima (87.500 soci) e una quota forfettaria di 9 euro per azione nel caso di Pop Vicenza (119mila soci). Che equivale al 15% per chi aveva comprato quando il valore aveva raggiunto il picco di 62,5 euro, nel 2014. La proposta di rimborso è retroattiva di dieci anni e sarà valida solo se aderirà almeno l’80% dei soci. I quali hanno visto azzerato il valore del loro investimento dopo il crac dei due istituti, poi salvati dal fondo Atlante. Se si raggiungesse la quota dell’80%, l’esborso sarebbe di oltre 600 milioni di euro, quasi un quinto dei 3,5 miliardi messi da Atlante. Chi aderisce dovrà rinunciare a promuovere azioni legali. Tra i grandi azionisti scottati dalla vicenda ci sono i fratelli Silvano e Giancarlo Ravazzolo, imprenditori del settore abbigliamento. Se accettassero, percepirebbero 13,3 milioni a fronte di un valore massimo raggiunto dalle azioni (62,5 euro) di 92,5 milioni (1.480.713 azioni). Coinvolte anche la Cattolica Assicurazioni (riceverebbe 8 milioni di euro, mentre il picco era stato quasi 56 milioni) e Generali (circa 7 milioni al posto dei 48,5 milioni del 2014). Tra gli altri, nel comparto food, ci sono Luca Ferrarini, tra i maggiori imprenditori italiani del settore salumi, e Luigi Morato, fondatore dell’omonima azienda produttrice di pane. Se accettasse il rimborso, Ferrarini incasserebbe poco più di 4,9 milioni di euro per 544.704 azioni. Se le avesse vendute tre anni fa avrebbe incassato 34 milioni e 44mila euro. Morato, invece, con 646.066 azioni, otterrebbe circa 5,8 milioni di euro, a fronte di un valore massimo di 40 milioni e 379mila.

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