Le ripercussioni sul settore vinicolo del ‘climate change’

2012-08-09T15:19:38+02:009 Agosto 2012 - 15:19|Categorie: Vini|Tag: , |

Roma – La vendemmia 2012 registra un calo del 10% in quantità sulla media degli ultimi cinque anni, per un volume stimato sui 40-43 milioni di ettolitri. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel primo rapporto sull’impatto del cambiamento climatico sul vino italiano, presentato in una delle estati più calde di sempre e che ha spinto ad anticipare la raccolta. Al punto che, in Franciacorta, sono già stati tagliati i primi grappoli. La produzione di vino potrebbe ulteriormente essere penalizzata dal forte caldo e dalla siccità delle ultime settimane. Inoltre, secondo l’indagine condotta da Coldiretti, la vendemmia, oggi, avviene un mese in anticipo rispetto a 30 anni fa, come conseguenza del il ‘climate change’. E la tendenza è quella di un vigneto Italia che produce uve sempre meno acide e sempre più dolci. A cambiare è stata anche la gradazione alcolica che – ha confermato la Coldiretti – è aumentata di un grado, costringendo i disciplinari di produzione ad adeguarsi, modificando i limiti minimi di gradazione alcolica sia al Nord, dove per il Barbera d’Asti, ad esempio, si è passati per il base da 11,5 gradi a 12, e per il Superiore da 12 gradi a 12,5, che al Sud, dove, per l’Aglianico del Vulture, la gradazione minima naturale delle uve è passata da 11,5 gradi a 12, e per il Superiore Docg a 13 gradi. (ST)

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