Assocaseari, il punto settimanale sul mercato: prezzi in crescita per latte e burro

2016-07-08T11:09:12+02:0011 Luglio 2016 - 09:00|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , |

Cremona – Emanuela Denti e Lorenzo Petrilli di Assocaseari fanno il punto sulle dinamiche che hanno caratterizzato il mercato lattiero caseario la scorsa settimana, che fa registrare prezzi in crescita per il latte e il burro. Ancora stabili, in Italia, le quotazioni dei formaggi. Di seguito il commento integrale:

  • Questa settimana ci lascia un po’ stupiti. Per certi aspetti possiamo capire l’aumento dei prezzi del latte, con il crudo arrivato a 0,33-0,34 euro/Lt, lo scremato a 0,24 euro/Lt, la crema 1,71-1,72 euro/Kg, questo può in gran parte essere giustificato dal notevole calo di raccolta che si sta verificando in Germania e in Francia. In Germania, in particolare, i contadini stanno percependo prezzi molto bassi, addirittura 0,18 euro/Lt, che chiaramente non invogliano a produrre.
  • Quello che non ci aspettavamo è l’aumento di Kempten, salito di altri 0,10 fino a 3,10-3,20 euro/Kg. In Germania giustificano tale aumento in quanto sono stati trattati dei contratti fino a un prezzo di 3,53 euro/Kg, che poi non è altro che un puro calcolo matematico della trasformazione della panna in burro. Molto più ragionevole l’aumento del mercato olandese e sebbene incredibile come aumento (+0,25 euro) quello francese ha comunque senso adeguandosi agli altri bollettini europei. Le richieste di burro tedesco sono fino a prezzi di 3,30 euro/Kg reso Italia, ma vi sono anche offerte nei paesi dell’Est Europa intorno a 3,10-3,20 euro/Kg. Tutti comunque confermano che i quantitativi trattati sono molto bassi. Malgrado i prezzi, sono comunque state consegnate allo stoccaggio privato circa 2.500 tons. In totale, vi sono allo stoccaggio privato 107mila tons circa. I maggiori conferenti sono l’ Olanda, con circa 46.900 tons, la Germania con ton 20.700 circa e la Francia con ton 20.100 circa
  • Nel latte in polvere, mercato stabile per quanto riguarda lo scremato. Chiaramente, visto l’aumento della crema, in richieste in crescita per l’intero. Le offerte sono abbastanza allineate al prezzo massimo della quotazione di Kempten. Sicuramente, anche le consegne all’intervento, circa 1.800 Tons, sono influenzate dalla bassa raccolta ma anche dall’aumento dei prezzi dei formaggi. All’ intervento sono state consegnate in totale circa 298mila ton di cui 220mila circa a prezzo fisso e 78.500 tramite il sistema di aste. I maggiori conferenti sono la Germania con ton 58.700, la Francia con ton 55.400 e il Belgio con ton 46mila.
  • Bollettini italiani del formaggio stabili; in diminuzione solo le voci del parmigiano reggiano meno stagionato alla Borsa merci di Modena. Bollettini europei in aumento, tranne che per l’Emmentaler. Offerte allo stoccaggio privato circa 600 tons di formaggio da Irlanda e Lituania. In totale consegnate ton 49.647, di cui ton  26.800 circa dall’ Italia e ton 8.200 circa dal Regno Unito.
  • Ci sarebbe molto da scrivere sul decreto di etichettatura presentato dalla Francia e copiato dall’ Italia. Peccato che la Francia sia un paese eccedentario di prodotti agricoli e l’ Italia, al contrario sia un paese deficitario. E che, in Italia, l’indicazione dell’origine venga usata da certe associazioni agricole per determinare se un prodotto sia o non sia “di qualità” a prescindere da qualsiasi altra considerazione.
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