Barilla e Cremonini incontrano Putin. Agroalimentare nella morsa delle tensioni politiche russe

2022-01-27T12:00:27+02:0027 Gennaio 2022 - 11:11|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Roma – I vertici delle maggiori aziende italiane attive in Russia hanno partecipato ieri, in videoconferenza, a un vertice con il presidente russo Vladimir Putin. Obiettivo dell’incontro: le relazioni imprenditoriali tra le aziende italiane e le istituzioni della Federazione Russa. Tra i presenti – oltre ai rappresentanti di aziende del calibro di Pirelli, Unicredit, Edilsider, Enel, Generali, Maire Tecnimont, FinMar – anche Barilla e il gruppo Cremonini. Due giganti del food italiano che hanno investito nel paese russo. Come mai? La Russia rappresenta un interlocutore importante per l’Italia anche sotto l’aspetto agroalimentare. Ad esempio, è uno dei maggiori consumatori al mondo di pasta. Tanto che, nel 2020, ha annunciato un investimento da 100 milioni di euro con il gruppo Barilla per espandere il business dell’azienda sul territorio russo. Il Paese, poi, insieme all’Ucraina, è tra i principali esportatori di cereali a livello mondiale: nel 2021 ha esportato più di 47 milioni di tonnellate di prodotto. Il momento però, è critico: le tensioni Russia-Ucraina rischiano di portare a un’invasione di Putin sul territorio ucraino. Una guerra, diplomatica ed economica, che potrebbe scatenare un effetto domino sull’agroalimentare europeo e italiano, destabilizzando il mercato interno. Come riporta il quotidiano AgriFoodToday, l’Ue potrebbe indirizzare nuove sanzioni alla Federazione russa, come quelle stabilite a seguito dell’annessione illegale della Crimea. A cui Mosca aveva risposto chiudendo il mercato russo alle importazioni europee di prodotti alimentari, con ingenti danni per i produttori italiani. Recentemente, inoltre, per contrastare l’aumento dell’inflazione interna, le autorità di Mosca hanno contingentato l’export di cereali fino a giugno. Un altro punto chiave dell’agroalimentare riguarda poi i dazi Ue sulle importazioni di nitrati dalla Federazione Russa. Imposte che, come sottolinea Confagricoltura, concorrono all’aumento record del prezzo dei fertilizzanti: oltre il 160% in più a novembre 2021 sullo stesso mese del 2020.

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