Confagricoltura Emilia Romagna: un 2021 amaro per frutta, latte alimentare e settore suinicolo

2021-12-31T10:12:31+02:0028 Dicembre 2021 - 10:40|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , , , |

Bologna – Confagricoltura Emilia Romagna tira le somme di un’annata – il 2021 – che definisce, in una nota, “una tempesta perfetta generata da variabili climatiche e sviluppi pandemici, con effetti disastrosi sui costi produttivi delle aziende agricole”. Frenano infatti i comparti della frutta e degli allevamenti, rischiano addirittura di chiudere le stalle per la produzione di latte alimentare e si ridurranno le coltivazioni di mais. Positivi i numeri relativi al grano e al Parmigiano Reggiano.

Secondo l’analisi di Confagricoltura, l’esplosione dei prezzi delle materie prime destinate all’allevamento animale sta piegando le filiere zootecniche. Tanto che rischiano di chiudere numerose stalle nella regione Emilia Romagna destinate alla produzione di latte alimentare: “il  latte spot è quotato oggi 50 centesimi al litro sulla piazza di Verona, tuttavia gli allevatori percepiscono dai 37 ai 42 cent/litro in base a contratti ‘ingessati’ che non tengono conto del boom dei costi”, spiega il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini. Crescono invece i volumi di latte prodotti per la produzione di Parmigiano Reggiano.

Quanto al settore suinicolo, Confagricoltura analizza la fase di trasformazione che sta attraversando il settore in Emilia Romagna: il mercato si concentrerà nelle mani di di pochi grandi attori, anche per sostenere gli oneri richiesti dagli adempimenti nell’ambito della Pac. Mentre gli allevatori mostrano cautela di fronte all’imprevedibilità dei mercati.

Proprio l’impennata dei costi sta spingendo gli agricoltori a cambiare i piani colturali 2022. Ed infatti converrà produrre soia piuttosto che mais. Mentre, sul fronte del pomodoro da industria, prevale l’incertezza sulle superfici da investire su tale tipologia di coltura. Gli agricoltori, infatti, chiedono di ridurre del 10% gli ettari coltivati. Inoltre, la trattativa tra produttori e industriali sul prezzo per la campagna 2022 deve chiudersi entro il mese di gennaio, per consentire agli agricoltori di scegliere se continuare a coltivare anche a fronte di un aumento dei costi che va oltre i 900 euro a ettaro su un ammontare complessivo di 5mila euro/ha circa.

Nel mondo vinicolo, infine, il rallentamento degli scambi commerciali ha creato una voragine nella fornitura di tappi, bottiglie, etichette e scatole, tale da mandare in tilt le cantine alle prese con omaggi e confezioni natalizie. Inoltre, i produttori che esportano in paesi extra Ue si trovano a fronteggiare incrementi del 50%, e anche più, sulle spese di spedizione dei container. Non va bene nemmeno chi invia la merce in Italia o in Europa utilizzando il trasporto su gomma: + 15-20%.

 

 

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