Caserta – I soci del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop hanno approvato ieri all’unanimità il Codice etico, nel corso dell’assemblea annuale. Che si è svolta, per la prima volta, in un bene confiscato alla camorra a Castelvolturno, diventato sede del Centro di formazione nazionale del Corpo forestale dello stato. Con l’introduzione del Codice etico, per poter aderire al Consorzio di tutela è da oggi condizione pregiudiziale la presentazione, entro la fine di ogni anno solare, del certificato camerale antimafia. Inoltre, vengono imposte restrizioni severe a quanti vorranno far parte del Consorzio, che dovranno impegnarsi a mantenere comportamenti corretti e leali. Il presidente, Domenico Raimondo, commenta così la decisione: “Sulla legalità abbiamo compiuto un’altra nettissima scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti. Il Codice etico, che già era stato varato all’unanimità dal Cda, sarà d’ora in poi la nostra carta d’identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che, prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Tutte. Altrimenti non potranno trovare accoglienza né ascolto presso il Consorzio”. Nel corso dell’assemblea sono state inoltre affrontate le prossime sfide che attendono il comparto, “a cominciare dalle modifiche al Disciplinare di produzione della Dop”, annuncia Raimondo. Il Comitato paritetico (composto da allevatori e trasformatori) è riuscito a proporre e condividere all’unanimità una serie di importanti modifiche al Disciplinare di produzione, che oggi attendono l’approvazione del Mipaaf e poi anche quella della Commissione europea.
(AR)