Consorzio parmigiano reggiano: botta e risposta tra un produttore e il presidente Alai

2014-12-04T15:48:41+01:004 Dicembre 2014 - 12:06|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , |

Reggio Emilia – L’ultima assemblea del Consorzio del parmigiano reggiano, che ha sancito tra l’altro il calo della produzione della Dop per il 2015, si è chiusa con una coda polemica. Qualche giorno dopo, infatti, un produttore presente all’incontro ha inviato un’infuocata missiva al direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, e alla stampa locale, criticando tra l’altro l’operato del presidente, Giuseppe Alai (foto), e del suo gruppo di lavoro. “Ho partecipato dopo due anni all’assemblea annuale del Consorzio del parmigiano reggiano a Reggio Emilia e il quadro che ho trovato è stato a dir poco sconfortante, a tal punto che pensavo di essere capitato in una riunione di partito piuttosto che in un Ente che ha il compito di tutelare il prodotto, con l’obiettivo di trovare soluzioni comuni che vadano bene a quasi tutti i consorziati. Invece, a parte la comunicazione della cosiddetta “rimodulazione”, che poi altro non è che la pianificazione a tavolino di un calo verticale delle quantità da produrre per il 2015, che scenderanno così pesantemente penalizzando tutti, ho trovato un clima da stadio”, è l’incipit della lettera. Il produttore spiega poi che “Tutti gli interventi […] hanno accusato in modo diretto l’operato del consiglio accusato di non aver saputo gestire questa delicata fase che ha portato alla forte riduzione dei prezzi riconosciuti. Molti hanno chiesto di votare la fiducia, votazione promessa dallo stesso presidente al microfono davanti a tutti e poi limitata solo all’ordine del giorno”. E quanto al presidente, scrive: “Tra le tante accuse rivolte ad Alai c’è anche quella di aver condotto il Consorzio di tutela come fosse un organo politico vero e proprio”. Nella lettera, inoltre, si fa riferimento al terzo mandato di Alai, per il quale il presidente avrebbe “forzato lo statuto” e alla vicenda della società partecipata Itaca, che produce similgrana all’estero. La succinta risposta di Alai è stata pubblicata, nei giorni seguenti, dalla stessa stampa locale. Si legge nel messaggio: “Non ho mai ‘forzato’ alcuna modifica dello statuto finalizzata alla mia rielezione: la modifica statutaria cui si fa riferimento è stata liberamente approvata dai caseifici consorziati. Non ho mai presieduto alcuna società (e men che meno la citata Itacake) che avesse investimenti o interessi all’estero per la produzione di similgrana e che possa aver generato danni al nostro parmigiano reggiano. L’assemblea non ha votato sulla fiducia ad Alai, bensì sul piano produttivo 2015, approvandolo a larga maggioranza”.

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