Roma – Fine degli arresti domiciliari, ma solo l’obbligo di firma per Paolo Barberini, Rosanna Izzi e Ivo Lucarelli, gli ultimi tre operatori coinvolti nel crac Midal – la società, fallita nel gennaio 2012, a cui facevano capo diversi supermercati – che si trovavano, fino a giovedì, agli arresti domiciliari. La richiesta di una misura ‘più tenue’ rispetto agli arresti domiciliari è stata accolta dal giudice, probabilmente in considerazione del fatto che ormai l’inchiesta si avvia alla conclusione e gli elementi raccolti dagli investigatori non possono essere in alcun modo alterati. Nessun pericolo di inquinamento delle prove, dunque, e nemmeno di fuga o di reiterazione del reato: le tre condizioni per evitare la detenzione hanno permesso agli indagati di tornare in libertà, seppur vigilata. L’indagine, molto complessa, si è articolata in fasi diverse. Negli ultimi mesi, gli accertamenti hanno riguardato principalmente la dettagliata ricostruzione delle manovre messe in atto nel tentativo di salvare la società. Secondo l’accusa, la Izzi e Barberini sarebbero i principali responsabili del fallimento e avrebbero agito tramite una serie di operazioni volte a dissipare il patrimonio della Midal prima del fallimento che ha portato sul lastrico decine di lavoratori.
Crac Midal: libertà vigilata per Barberini, Izzi e Lucarelli
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