Fiere di Parma: nel 2023 Ebitda oltre 13 milioni di euro

2024-04-08T16:34:10+02:008 Aprile 2024 - 16:34|Categorie: Fiere, in evidenza|Tag: , , , , |

Parma – La posizione finanziaria netta di Fiere di Parma ammonta, nel 2023, a oltre 14 milioni di euro. Un dato che rende l’ente un caso quasi unico nel sistema fieristico, non solo nazionale, ma europeo, considerando anche la disponibilità di free cash pari a 25 milioni di euro, come spiega una nota stampa. Numeri ottimi che si sommano al fatturato di oltre 41 milioni di euro, con un incremento del +14% rispetto al 2022, e Ebitda di oltre 13 milioni.

Lo scorso anno ha visto quindi il consolidamento di Fiere di Parma nell’agroalimentare grazie all’accordo con Fiera Milano, con il passaggio della gestione di Tuttofood in capo a Parma. E la strategia si rafforza anche a livello internazionale con il recente patto siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco, uno dei principali player del mercato fieristico nel mondo, porterà visitatori internazionali a Cibus Parma ed espositori dall’estero per Tuttofood Milano.

La prossima edizione di Cibus si annuncia da record, battendo ogni altra edizione per numero di espositori (oltre 3mila brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – ad oggi quasi 2mila già registrati – provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e una significativa delegazione dal Giappone.

“A nome di tutto il Consiglio di amministrazione”, afferma il presidente di Fiere di Parma Franco Mosconi, “non posso che ribadire tutta la nostra profonda soddisfazione per i risultati conseguiti col bilancio 2023. Sono numeri migliori anche del pre-Covid e dimostrano come le manifestazioni fieristiche, se ben progettate e gestite, continuino ad attirare l’attenzione degli operatori e dei visitatori. E confermano come sempre di più possano esercitare quel ruolo di volano per i comparti industriali del Made in Italy, a cominciare dall’agroalimentare”.

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