Filiera del latte allo stremo. L’appello congiunto di Granarolo e Lactalis al Governo

2022-09-01T16:16:34+02:001 Settembre 2022 - 16:14|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , , , |

Bologna – Messi da parte gli antagonismi di mercato, Granarolo e Lactalis fanno fronte comune per tutelare la filiera del latte, ormai giunta allo stremo. E, in una nota congiunta, si appellano al Governo per chiedere un immediato provvedimento transitorio che contenga l’aumento dell’inflazione. Che, nell’ultimo anno, ha toccato con incrementi a doppia cifra quasi tutte le voci di costo della filiera: dall’alimentazione vegetale, che ha reso necessario un incremento di quasi il 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, al packaging, fino ai costi energetici, lievitati di oltre il 200% nel 2022. Nonostante entrambe le aziende abbiano assorbito un’inflazione che oscilla tra il 25 e il 30%, spiega il comunicato, il prezzo del latte al consumo è aumentato dalla scorsa primavera, arrivando a toccare 1,75/1,80 euro al litro (dato Nielsen). E la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente entro la fine del 2022, con il prezzo del latte che potrebbe superare i 2 euro/litro al consumo. “Lo scenario è insostenibile anche da parte di una grande azienda, dal momento che l’inflazione si protrae nel tempo e che se fosse scaricata tal quale sul mercato avrebbe inevitabili conseguenze sui consumi, con ricadute negative su tutta la filiera”, sottolinea Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. Gli fa eco Giovanni Pomella, Ad di Lactalis: “L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione ha generato un impatto devastante. Parliamo di un +220% di spesa nel 2022, e una stima di un +90% nel 2023. Le imprese sono allo stremo”. Da qui la richiesta congiunta di un provvedimento tempestivo. “A oggi l’inflazione ha portato a un aumento di listino del 23-24%, ma i costi energetici continuano a crescere in misura esponenziale. Si rende necessario un intervento urgente del Governo”, sottolineano all’unisono i due dirigenti.

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