Frode all’Ue (1)/Indagate Unione italiana vini e Veronafiere

2022-09-16T14:22:05+02:0016 Settembre 2022 - 14:22|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , |

Milano – I finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo dal valore di circa 2 milioni euro nei confronti della cooperativa Unione italiana vini, al centro di un’indagine coordinata dalla Procura europea che coinvolge anche una seconda società, Veronafiere Spa, e tre persone fisiche: l’Ad di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, il direttore finanziario e un consulente della cooperativa.

Stando alle indagini preliminari, la frode ai danni dell’Ue riguarderebbe l’ottenimento di un finanziamento diretto di oltre 5 milioni di euro, di cui 2 milioni già erogati in due tranche una nel 2018 e una nel 2020, dall’Agenzia esecutiva dell’Ue per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare (Chafea) e incassati dalla cooperativa in qualità di beneficiario-coordinator del progetto. L’accusa parla di “illeciti accordi tra la cooperativa” e “il soggetto esecutore del progetto europeo”, ossia Veronafiere, volti a consentire alla prima “di vedersi riconosciuto un ingiusto profitto non contemplato dal progetto”, che prevedeva che il beneficiario avrebbe sostenuto “il 20% dei costi dell’attività oggetto dei sussidi, non maturando quindi alcun guadagno”.

Il sistema fraudolento, secondo l’ipotesi investigativa, consisterebbe nella pre-individuazione della società che avrebbe svolto il ruolo di implementing body (organo esecutivo) la quale si sarebbe poi aggiudicata la successiva procedura di selezione. Le due società avrebbero anche stipulato un contratto di servizi denominato ‘Accordo Quadro’, “apparentemente indipendente dal progetto ma in realtà destinato a dissimulare la retrocessione al coordinator del progetto, di un importo pari al 35% del costo ammissibile”. In tal modo, secondo l’accusa, “le due imprese coinvolte nell’indagine avrebbero indotto in errore la competente Agenzia dell’Unione europea, circa l’effettiva esistenza di un nesso strutturale e di un conflitto di interessi tra le parti, nonché sulla reale destinazione dei fondi erogati”.

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