Grano duro italiano: impennata dei prezzi (+80%) e produzione in calo (-2%)

Foggia – La produzione di grano italiano nel 2022 faticherà a raggiungere i quattro milioni di tonnellate, registrando così una flessione del 2% sull’anno precedente. È ciò che emerge dall’ultima edizione dei Durum Days, l’evento che ogni anno riunisce i principali attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della campagna futura. Tra i partecipanti all’incontro, svoltosi ieri a Foggia, anche Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza cooperative agroalimentari, Compag, Italmopa, Unionfood e il Crea. Se la produzione nazionale è destinata a flettersi, il prezzo della materia prima rimane sostenuto: rispetto a maggio 2021, il prezzo del grano duro ha infatti subito un incremento dell’80%. Margini di decrescita sono attesi al momento del raccolto – il prezzo della materia prima potrebbe subire una riduzione del 15% – ma ipotizzare stime superiori al 15% appare difficile. Complici anche le difficili condizioni climatiche che si stanno registrando sul mercato dei cereali. Il clima secco della Francia, tra i principali produttori europei di frumento, sta infatti mettendo a rischio il raccolto di grano. Anche in Italia e nel Nord America la siccità potrebbe compromettere il buon andamento della campagna 2022. In Canada, in particolare, la produzione è stimata intorno ai 5,5 milioni di tonnellate a fronte di un aumento del 10% delle aree seminate.

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