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I contrasti familiari frenano San Carlo: approvato (non all’unanimità) il bilancio 2021. Con una perdita di 638mila euro

2022-12-12T15:39:36+02:0012 Dicembre 2022 - 15:39|Categorie: Dolci&Salati, in evidenza|Tag: , , , |

Milano – Continua la diatriba tra i membri della famiglia Vitaloni, proprietaria di Unichips Finanziaria, la holding che controlla la San Carlo Gruppo Alimentare.

Qualche settimana fa si è svolta a Milano l’assemblea degli azionisti di Uf chiamata ad approvare il bilancio 2021. Che, spiega Repubblica A&F, si sarebbe chiuso in perdita per 638mila euro, rispetto all’utile di 1,7 milioni del precedente esercizio, anche se anno su anno i ricavi sono saliti da 300 a 461,5 milioni. Alla riunione era assente (per motivi di salute) il presidente Alberto Vitaloni, rappresentato da un delegato e titolare del 16,6% delle azioni. Erano invece presenti i figli Susanna (vicepresidente e Ad, con il 50,04%) e il fratello primogenito Francesco (con il 15%). La discussione fra i soci si sarebbe fatta animata in quanto Francesco ha contestato i risultati “sconfortanti” e votato contro il bilancio, che è stato però approvato con la maggioranza di Alberto e Susanna. Nel corso dell’assemblea è stata inoltre proposta una modifica allo statuto per introdurre la carica di presidente onorario, da riservare ad Alberto Vitaloni, mentre Susanna avrebbe assunto la presidenza, riducendo il Cda da quattro a tre membri. Anche questa volta Francesco ha votato contro, proponendo di mantenere il board nella formazione a quattro con un membro attribuito alla minoranza “essendo chiara la situazione di stallo familiare”.

Tale situazione di stallo, continua Repubblica A&F, si protrarrebbe ormai dal 2016, con il progressivo aggravarsi delle condizioni di salute del presidente, colpito da un grave ictus. Al tempo, Alberto Vitaloni cercò di regolare con i tre figli la successione societaria, donando a Francesco, Susanna e Michele, tre identiche quote del 15% di Uf e richiedendo loro di sottoscrivere un patto che ne impediva la vendita e imponeva l’assunzione di decisioni conformi alla maggioranza. Pochi mesi dopo, morì la moglie Laura, evento che sconvolse gli equilibri familiari. A distanza di alcune settimane, Alberto dispose a favore della sola figlia Susanna una donazione di un ulteriore 35,04% di Uf, dandole così il controllo della holding e designandola di fatto come erede del gruppo. Inoltre, chiese al tribunale di Milano di revocare le donazioni appena fatte a Francesco e Michele, sostenendo si fossero macchiati di ingratitudine nei suoi confronti. I figli risposero presentando a loro volta una denuncia alla Procura di Milano per circonvenzione. Il procedimento fu archiviato, tuttavia, con sentenza del 6 maggio 2021, il Tribunale ha negato la revoca delle donazioni. La sentenza del Tribunale è stata ora confermata proprio il giorno prima dell’ultima assemblea dalla Corte d’appello di Milano, secondo cui Alberto verserebbe in una situazione di compromissione delle proprie facoltà psicofisiche. Si attende ora un’ulteriore verifica del Tribunale di Milano che, su ricorso di Francesco Vitaloni, stabilirà lo stato di salute del presidente.

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