Il bilancio di sostenibilità 2021 di Selex è molto migliorato. Ma non ha le certificazioni

2022-08-01T10:59:15+01:001 Agosto 2022 - 10:59|Categorie: Il Graffio, in evidenza|Tag: , , , , |

Di Luigi Rubinelli

Selex ha presentato recentemente il nuovo bilancio sociale. Ci sono diverse novità importanti. Resta però il fatto che non esista la certificazione, ma soltanto una serie di dichiarazioni volontarie: “Il presente documento, di natura volontaria, prende spunto dagli Standard di Rendicontazione Gri e si pone come obiettivo quello di raccontare ai propri stakeholder, in modo chiaro ed esaustivo, le attività, i progetti e i principali risultati conseguiti dal Gruppo nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2021 in ambito economico, sociale e ambientale”.

La crescita delle vendite on line ha dell’incredibile, mancano però i dati di partenza per capire appieno la crescita: “L’apprezzamento dei clienti si è tradotto in un costante incremento nella fedeltà all’utilizzo del servizio. Il 2020, con l’emergenza Covid, ha rappresentato un importante banco di prova che ha registrato un aumento esponenziale delle richieste, realizzando una crescita dei volumi del 280%, con punte del 400% durante il lockdown. L’andamento positivo si è confermato anche nel 2021, a testimonianza del gradimento del servizio da parte della clientela, con quote crescenti di adozione del servizio di consegna a domicilio. L’anno si è concluso con una ulteriore crescita del 23,5%. Un ruolo importante nella crescita lo ha svolto l’app, lanciata a marzo 2021, che in pochi mesi è arrivata a raccogliere oltre il 40% degli ordini online”.

Abbiamo provato a verificare i bilanci delle società associate, ma il metodo è eguale a quello della centrale Selex, un po’ opaco se una persona vorrebbe davvero approfondire le informazioni e i numeri presentati.

Questo è il rapporto di Dimar.it

“Le attività attuate nell’anno vengono riassunte e spiegate in una pubblicazione aggiornata e stampata ogni anno e inviata in formato digitale a tutti i collaboratori e fornitori. Questa è per noi la sostenibilità: valorizzare l’inclusione e le competenze, promuovendo un ambiente di lavoro a basso impatto. Abbiamo raccontato quanto per noi sia vincente la scelta di far collaborare tutti gli attori del tessuto sociale per raggiungere gli obiettivi comuni. Lo sviluppo socialmente sostenibile permette, infine, di tutelare i bisogni individuali di salute, benessere e di espressione”. Mancano i riferimenti puntuali all’ambiente e sembra che conti soltanto il rapporto con i lavoratori, importantissimo, ma non sufficiente per un bilancio di responsabilità.

“Sui siti mymercato.it e dimar.it è stato appositamente creato il nuovo capitolo sulla sostenibilità, all’interno del quale Dimar ha inserito tutti i progetti e le iniziative svolte durante l’anno precedente sui temi della responsabilità sociale e ambientale. Accanto ai progetti, Dimar si è impegnata a raccogliere e pubblicare Kpi e dati quantitativi all’interno del proprio ‘Rapporto annuale sulla sostenibilità’, pubblicato in formato integrale sul proprio sito. Anche sui social sono stati strutturati una serie di post specificatamente dedicati ai progetti Rsi, per rendere il consumatore sempre aggiornato dello sviluppo sostenibile che Dimar sta perseguendo con grande impegno. Rendere il consumatore sempre aggiornato dello sviluppo sostenibile”. Insomma: valgono le considerazioni dette poco sopra.

Sulle emissioni CO2 di tutto il sistema Selex

“Rispetto all’energia elettrica, invece, l’aumento del 6,10% che è stato registrato per le imprese socie è da imputare al fatto che, nel 2021, il l livello di attività delle imprese che hanno fornito il dato è aumentato, così come il numero dei punti vendita diretti, passando da 2.433 nel 2020 a 2.476 (+43 punti vendita) [su 3.119, Ndr]. La produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici installati presso le sedi, i centri distributivi e i punti vendita del Gruppo, ha permesso di raggiungere 15.333.792 kWh di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel 2021 ed evitare l’emissione in atmosfera di 4.830 tonnellate di CO2, registrando un aumento del 99,12% rispetto ai valori del 2020”.  Impossibile sapere quanti negozi hanno il fotovoltaico.

Impossibile sapere anche da un’azienda molto trasparente come Il Gigante i dati reali sul risparmio energetico.

“I punti vendita de Il Gigante sono stati dotati di sistema Bems (Building energy management system), nato con il compito di gestire l’accensione dell’illuminazione interna ed esterna dei locali in precise fasce orarie e in funzione dei valori di illuminazione esterna; inoltre, questo sistema permette di registrare i consumi di energia, di memorizzare le ore di funzionamento delle utenze, di controllare gli avviamenti degli impianti di condizionamento, di rilevare e registrare i valori di umidità relativa esterna e interna e di memorizzare gli allarmi di sistema. Il sistema Bems consente di raggiungere il massimo livello di efficienza energetica, di ridurre i consumi e l’inquinamento ambientale”.

E anche in Unicomm i numeri sono opachi

“A ottobre 2021, Unicomm ha sottoscritto con il consorzio Coripet una convenzione che ha come oggetto il posizionamento presso alcuni negozi della società di eco-compattatori per la raccolta del Pet. Il progetto prevede l’utilizzo di appositi compattatori per mezzo dei quali i consumatori possono conferire le bottiglie in Pet, consentendone il successivo avvio al riciclo a ciclo chiuso, in linea con i principi dell’economia circolare e della green economy. L’obiettivo è consentire il raggiungimento dei nuovi e specifici obiettivi sulle bottiglie in Pet previsti dalla Direttiva (Ue) 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, secondo cui, dagli anni 2025 e 2030, le bottiglie dovranno contenere almeno, rispettivamente, il 25% e il 30% di R-Pet. Per ogni bottiglia conferita i clienti dei punti vendita Unicomm ricevono un punto sull’app Coripet, che deve essere associata alla carta fedeltà dell’insegna dove è posizionato l’eco-compattatore, e, al raggiungimento di tot. punti, ricevono un vantaggio (ad esempio un buono sconto)”. Quanti sono i negozi e dove sono ubicati?

Il nostro giudizio

È un peccato rilevare il grado di insufficienza di informazioni e di mancata certificazione nel secondo gruppo della Gdo, soprattutto sui dati di impatto ambientale che, da quest’anno, con i problemi che tutte le regioni hanno avuto, dovrebbero essere prioritari. Non basta davvero appoggiarsi a un istituto universitario, seppur prestigioso. La grafica è molto migliorata e ariosa e invita alla lettura.

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