“Il territorio? Risorsa da proteggere”

2020-11-11T16:45:19+01:0010 Novembre 2020 - 16:07|Categorie: Le aziende si raccontano|Tag: |

Antonio Bortoli, direttore generale di Lattebusche, parla dell’azienda e dei suoi prodotti. Sono realizzati con solo latte locale, per soddisfare il cliente, pur preservando l’ambiente.

Da semplice realtà locale, tra le montagne bellunesi, Lattebusche ha conquistato il mercato nazionale ed estero con i suoi prodotti. Quali? Naturalmente le Dop tipiche del territorio veneto: il Piave, l’Asiago, il Montasio e il Grana Padano. Ma anche formaggi tipici e di montagna. E il latte, preziosa materia prima. Antonio Bortoli, direttore generale dell’azienda, racconta il legame con il territorio, che deve essere protetto e preservato. Senza dimenticare l’aggiornamento tecnologico degli stabilimenti, per soddisfare sempre le esigenze dei consumatori.

Quando nasce Lattebusche?

Lattebusche è una cooperativa che da oltre 60 anni opera nel settore lattiero caseario. Ha sede a Busche, in provincia di Belluno, e opera ai confini e dentro il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. L’azienda ha sempre orientato i propri sforzi alla soddisfazione del cliente, anche attraverso ingenti investimenti per l’aggiornamento tecnologico degli impianti di produzione, che sono stati riconosciuti e apprezzati dal mercato. Infatti, da semplice realtà locale ci siamo affermati con i nostri prodotti nel Nord Italia e con il formaggio piave all’intera penisola, ad altri paesi europei e al Nord America. Attualmente Lattebusche opera in sei unità produttive localizzate nel Veneto: Busche (Bl), Chioggia (Ve), Sandrigo (Vi), San Pietro in Gù (Pd), Camazzole (Pd) e Padola (Bl). Insomma, il legame con il territorio è molto forte.

Per questo motivo avete adottato diverse iniziative di sostenibilità, è così?

Per Lattebusche la sostenibilità è da sempre un valore cardine. Economica in primis, per mantenere i produttori in montagna, ma anche ambientale e sociale. Il territorio, fonte della nostra materia prima, ovvero il latte, è inteso come una risorsa da proteggere e mantenere nel tempo e non come un bene da sfruttare. Per questo abbiamo puntato innanzitutto sul miglioramento delle nostre prestazioni ambientali, dalla riduzione dei consumi di energia e acqua e delle emissioni inquinanti, e sull’utilizzo di energie rinnovabili.

Ad esempio?

In ambito packaging sostenibile, per diverse nostre referenze latte e panna siamo passati a confezioni in cartone realizzate da materie prime provenienti da fonti rinnovabili. Mentre il nostro yogurt nel formato cluster 2x125g viene proposto in una confezione la cui parte in carta è composta al 100% da fibre riciclate. Anche nei nostri punti vendita dotati di gelateria artigianale è partito il progetto di sostituzione di svariati supporti in plastica monouso con stoviglie biodegradabili o in carta. Infine, abbiamo sostituito gran parte dei nostri imballaggi secondari con delle soluzioni realizzate in cartone ottenuto da materie prime provenienti da foreste certificate Fsc.

Sono numerose iniziative! Avete ricevuto anche riconoscimenti?

Lattebusche ha ricevuto otto premi legati alla sostenibilità. Nel 2013 abbiamo ottenuto il Premio radical green, l’Oscar green e il Premio per l’economia sostenibile. Siamo quindi stati riconosciuti Campione nazionale in rappresentanza dell’Italia agli European business awards 2015/16, nella categoria ‘Sostenibilità ambientale e aziendale’, premio che abbiamo ricevuto anche nel 2019 per la categoria ‘Responsabilità sociale e consapevolezza ambientale’. Mentre l’anno successivo siamo stati insigniti del Ruban d’honneur come una delle dieci migliori aziende europee nella categoria ‘Sostenibilità ambientale e aziendale’ agli European business awards 2016/17. Infine, nel 2017 siamo stati riconosciuti ai Veneto awards per i nostri progetti di resposanbilità sociale e nel 2018 la Regione Veneto ci ha assegnato il Premio compraverde.

Quali formaggi compongono il vostro assortimento?

La gamma prodotti Lattebusche è ampia e comprende quattro Dop – Grana Padano, Asiago, Piave e Montasio – ma anche formaggi tipici, formaggi freschi, formaggi di montagna e biologici. A cui si sommano latte alimentare, latticini e gelato prodotto con latte fresco. I formaggi sono disponibili nelle classiche forme intere per la vendita al banco taglio. Alcuni di questi vengono proposti anche in pezzature a peso variabile e nei formati a peso fisso per la vendita al libero servizio.

Qual è il prodotto più apprezzato dai consumatori?

Sicuramente il formaggio piave, che quest’anno festeggia i 10 anni di Dop. Formaggio di lunga tradizione della nostra montagna, può essere prodotto e stagionato nella sola provincia di Belluno. Viene venduto in diverse stagionature, e anche questo confezionato per il libero servizio.

La gamma comprende anche prodotti bio e senza lattosio?

Certamente, negli ultimi anni la nostra gamma si è arricchita di diverse referenze biologiche – latte, formaggi vaccini e caprini, yogurt, gelato – e di una referenza latte senza lattosio.

Cosa caratterizza i prodotti Lattebusche?

Tutti i nostri prodotti sono realizzati con latte locale, proveniente dalle aziende agricole dei nostri soci allevatori. Inoltre, gli investimenti effettuati nell’aggiornamento tecnologico degli impianti e gli oltre 500mila controlli all’anno lungo tutta la filiera garantiscono al consumatore la qualità e la salubrità dei nostri prodotti.

In quali canali di vendita sono disponibili?

I nostri canali di vendita sono la Gdo, il dettaglio tradizionale, i nostri punti vendita diretta, l’Horeca e l’ingrosso in ambito nazionale, mentre il 30% circa viene venduto all’estero.

Ci sono anche alcune novità di prodotto…

Quest’anno ha visto due nostre referenze, il latte fresco di Alta Qualità e il latte fresco Alta Leggerezza, passare dalla bottiglia in plastica a una confezione in cartone prodotta con materie prime da fonti rinnovabili. Questo cambio di packaging rappresenta una scelta a tutela dell’ambiente. Inoltre, è stato lanciato il Pennabianca, un formaggio pressato, a pasta semidura, dal sapore intenso e persistente, oltre al latte di capra e allo yogurt biologico.

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