In calo l’import di carni suine dalla Cina. L’analisi di Teseo by Clal

2022-03-28T08:55:15+02:0028 Marzo 2022 - 08:55|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , , |

Sermide (Mn) – A febbraio si registra una riduzione degli acquisti di carni suine da parte della Cina del 49,5% in quantità e, addirittura, del 59,9% in valore rispetto a febbraio 2021. Come spiega un’analisi Teseo by Clal, nemmeno i prezzi medi unitari all’import delle carni congelate in forte diminuzione, passati dai 3,20 dollari/kg a giugno 2021 a 2,04 dollari/kg lo scorso febbraio, sono stati sufficienti per invertire la rotta dei prezzi. Anzi, molto probabilmente, la frenata cinese nei ritiri di carne suina dovuta a prezzi interni più convenienti e a una ripresa dell’attività allevatoriale dopo la Psa è corresponsabile degli choc dei listini a livello mondiale (in parte in forte ripresa in Europa). Il Brasile – terzo fornitore di Pechino per quantità di carni suine esportata – ha perso meno (-24,7%) rispetto ai primi due player, cioè Unione europea (-51,9%) e Stati Uniti (-48,7%).  Per l’Italia non c’è molto spazio nel segmento dei crudi (con e senza osso), dove la Spagna resta leader, ma un primo spiraglio per il Made in Italy potrebbe aprirsi per i prosciutti cotti, anche se siamo ancora su piccoli numeri (43mila dollari di export in due mesi). La marcata diminuzione agli acquisti di carne suina e l’incremento del numero di capi allevati in Cina, proiettato nel 2022 a 665 milioni di capi (+2% rispetto all’anno precedente), potrebbe rimodellare gli scambi mondiali. Sullo sfondo restano numerose incognite, tra cui la permanenza della Psa in Cina e l’aggravarsi della situazione Covid, che potrebbe influire sui consumi. 

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