Maxi sequestro ‘Scarlatto’ nello stabilimento Petti (5). Confagricoltura Toscana: “A rischio la filiera produttiva del pomodoro maremmano”

2021-04-29T13:32:41+01:0029 Aprile 2021 - 09:45|Categorie: Grocery, in evidenza, Ortofrutta|Tag: , , , |

Venturina Terme (Li) – Continua a suscitare reazioni il maxi sequestro ‘Scarlatto’ che ha portato al sequestro di oltre 4mila tonnellate fra conserve e semilavorati presso lo stabilimento Petti – Union Food (leggi qui). Interviene nel dibattito anche Confagricoltura Toscana, attraverso le parole del presidente Marco Neri: Se confermato dalle indagini, il comportamento dell’azienda è assolutamente da stigmatizzare e mette ancora più in evidenza come l’aumento della domanda di questo prodotto renda necessario una maggiore valorizzazione, anche economica, del pomodoro maremmano. Il consumatore deve scegliere non solo in funzione del prezzo, ma della qualità. Se ci fosse una minore marginalità sulla distribuzione e commercializzazione, forse, riusciremmo a tutelarlo ancora di più”. In Toscana circa 2mila ettari di terreno sono coltivati a pomodoro, il 50% dei quali in Maremma. Il resto, invece, tra il Mugello e le province di Livorno e Pisa. “Se lo si pagasse, come avveniva nel 2017, 82 euro alla tonnellata, non sarebbe più conveniente la sua coltivazione. Con l’avvento di Petti, vi è stata una crescita del prezzo all’origine fino ai 105-120 euro e dunque una redditività più elevata, ma ancora non sufficiente a garantire i margini giusti per gli agricoltori”, continua Neri. “Spero che ipotesi di reato come quelle contestate alla azienda livornese non frenino e non pregiudichino in qualche modo la trasformazione toscana, perché si rischierebbe di interrompere una filiera importante per l’economia toscana e la sostenibilità economica e ambientale”.

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