Pavia – All’annuncio della nascita del marchio Riso classico, alcuni risicoltori hanno sollevato perplessità sul provvedimento, che potrebbe comportare un aumento dei costi e delle pratiche burocratiche. L’ottenimento del marchio, infatti, richiede l’utilizzo di sementi certificate secondo la normativa in vigore; l’adozione di sistemi per immagazzinare il ‘classico’ separatamente e l’indicazione del marchio nei contratti di compravendita, nei documenti di trasporto e nelle fatture. Entro il 31 agosto 2018 i risicoltori dovranno indicare i terreni che intendono destinare al ‘classico’ nella denuncia annuale delle superfici inviata all’Ente nazionale risi. Quest’ultimo effettuerà controlli sugli operatori, dalla semina alla vendita, per verificare la congruenza della documentazione presentata e a campione in loco per verificare la documentazione e le registrazioni. Gli operatori coinvolti sono risicoltori, pilerie, confezionatori e commercianti di riso.
Nuovo marchio riso classico: le perplessità dei risicoltori
Irene2018-08-10T10:56:57+02:0013 Agosto 2018 - 09:35|Categorie: Pasta e riso|Tag: arborio, Baldo, Carnaroli, Gian Marco Centinaio, Luigi Di Maio, mipaaft, mise, ribe, riso classico, roma, Sant’Andrea, vialone nano|
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