Obbligo in etichetta dello stabilimento di produzione: la Ue boccia la notifica italiana. Il Mipaaf: “Decreto pienamente in vigore”

Roma – La Ue boccia la notifica italiana dello schema di decreto sull’indicazione obbligatoria in etichetta della sede dello stabilimento di produzione e confezionamento degli alimenti. Lo fa con una missiva inviata dal commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, al ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in cui la richiesta del nostro Paese è definita “irricevibile per motivi di forma”. Il riferimento è al decreto legislativo n. 145 del 15 settembre 2017, in applicazione in Italia dal 5 aprile scorso, che rende effettivo l’obbligo d’indicare in etichetta lo stabilimento di produzione. Una specificità tutta italiana, già prevista dal D.Lgs. 109/92, e che aveva perso validità a seguito dell’entrata in vigore del regolamento Ue 1169/11, quando l’Italia non aveva notificato agli organi comunitari questo passaggio della normativa tricolore. Immediata la presa di posizione del Mipaaf, che precisa come il decreto per l’obbligo dello stabilimento in etichetta sia pienamente in vigore. “In merito alle procedure di notifica alla Ue, il governo ha tempestivamente risposto alla Commissione, opponendosi alla irricevibilità della notifica e argomentando le ragioni della sua piena correttezza: essa rientra nel modello dell’articolo 114 de TFUE, in quanto finalizzata a mantenere nel nostro ordinamento una disciplina previgente (quella del 1992) per ragioni di tutela della salute pubblica”, è evidenziato in una nota ufficiale. “Questa interlocuzione con la Commissione è ancora in corso, il decreto è pienamente in vigore e il Governo conta di risolvere in modo positivo la vicenda”.

Torna in cima