Paolo Carrà (Ente nazionale Risi): “La strategia Ue per la biodiversità mette a rischio la filiera risicola”

2023-06-27T11:02:13+01:003 Settembre 2020 - 09:43|Categorie: Pasta e riso|Tag: , |

Milano – La ‘Strategia Ue per la biodiversità per il 2030’ non piace all’Ente nazionale Risi. Il presidente, Paolo Carrà, attacca le scelte della commissione europea in riferimento alle linee guida di governance pensate per rendere più sostenibile il settore agroalimentare che si affiancano al Farm to Fork. “Dalla lettura delle ‘strategie’, la Commissione Europea attribuisce al calo della biodiversità le cause di molte negatività del nostro vivere quotidiano: dall’aumento delle specie esotiche, alla cattiva alimentazione che porta all’obesità, al peggioramento delle condizioni climatiche. Siamo di fronte a documenti molto carenti e privi di contenuti scientifici e di una minima valutazione di impatto economico, documenti che puntano esclusivamente ad una condivisione emotiva. Abbiamo il dovere verso le nuove generazioni di pensare ad una agricoltura più sostenibile, ma pretendere anche che diventi più sostenibile il mercato globale. Dobbiamo pretendere ad esempio che la Commissione dica esplicitamente quali saranno le richieste affinché i Paesi esportatori nell’Ue, rispettino le stesse norme per la difesa dell’ambiente adottate nell’Ue. Ente Risi da tempo si è mossa nei confronti della ministra Bellanova e delle istituzioni nazionali ed europee chiedendo di mantenere alta la guardia. Con una coperta finanziaria prevista per la prossima PAC per tutti più corta, con una burocrazia europea ancora più esasperata rispetto ad oggi e la definizione di un Piano Strategico Nazionale, la filiera risicola italiana potrebbe uscirne con le ossa rotte se non verrà ancora una volta riconosciuta la specificità del nostro settore. Una prima azione di Ente Risi con il sostegno delle organizzazioni agricole e dell’industria è stata di proporre alla task force di negoziatori italiani, dei suggerimenti per evitare che vada persa l’esportazione di circa 70mila tonnellate di riso italiano in Gran Bretagna qualora venga adottata la cosiddetta hard Brexit”.

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