Prosecco sotto attacco: la replica di Zanette (Consorzio Doc)

Treviso – Davanti le critiche mosse da alcuni operatori del settore al Prosecco, accusato di mandare in cortocircuito il panorama viticolo del Triveneto e di avere strategie di crescita troppo incentrate sui volumi e poco sulla crescita a valore (clicca il link), Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc, non le manda certo a dire. Sulle pagine del Corriere della Sera, la replica è immediata (punti esclamativi compresi). “I numeri! Contano i numeri! La mia azienda, da sola, ha 1.200 soci: come la federazione residuale della Poggi! Ma a nome di chi parla? Noi rappresentiamo decine di migliaia di produttori. Loro nessuno”, esordisce Zanette. “Non sanno neanche l’italiano: ma quale monocultura del Prosecco! Semmai il monovitigno! E neanche questo è vero!”. Rivolgendosi a Gian Antonio Stella, autore dell’articolo, il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, infatti, spiega: “Ma lo sa qual è il vitigno che quest’anno è andato meglio in Veneto? Il Pinot grigio!”. E tornado a parlare di Prosecco poi aggiunge: “Qui c’è una cosa che funziona. E bene. Perché cercare di rovinarla?”. Zanette conclude la propria replica intervenendo sul tema dei prezzi. “Sono scelte commerciali degli imbottigliatori”, evidenzia. “La qualità, però, resta altissima! Ognuno di noi ha in media due ettari e mezzo e ci fa 180 quintali a ettaro. Possiamo farne milioni, di bottiglie di qualità. […] Il Prosecco è un prodotto da consumo. È un vino democratico. Un lusso democratico! Per tutti!”.

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