Registro carico e scarico cereali e sfarinati: l’ultimatum di Italmopa al ministro Patuanelli

2021-11-03T15:48:19+02:003 Novembre 2021 - 15:48|Categorie: Grocery, in evidenza, Pasta e riso|Tag: , , , , , |

Roma – Italmopa (Associazione industriali mugnai d’Italia) torna a esprimere la propria contrarietà nei confronti del registro telematico di carico e scarico cereali e sfarinati approvato, lo scorso dicembre, nel Bilancio di Previsione dello Stato 2021 (leggi qui). “Una norma tecnicamente inapplicabile”, evidenzia Emilio Ferrari, presidente di Italmopa, “per le caratteristiche proprie dei processi di trasformazione, evidentemente non note al legislatore anche per via di una mancata preventiva interlocuzione con le categorie destinatarie del provvedimento”. Gli fanno eco Vincenzo Martinelli e Andrea Valente, vicepresidenti dell’Associazione. “La disposizione legislativa risulta economicamente insostenibile: essa introduce, senza che sia stata predisposta una valutazione d’impatto, un nuovo complesso e pervasivo sistema di comunicazione dei flussi produttivi e commerciali dell’industria molitoria, che necessiterà di un adeguamento particolarmente oneroso delle strutture produttive. Deve essere chiaro che, senza significative modifiche, la norma determinerà sia l’interruzione parziale delle produzioni, fino al rischio di chiusura di molti impianti molitori, sia l’inevitabile ulteriore aumento dei prezzi di beni primari quali farine e semole”. Italmopa ha quindi chiesto al ministro Patuanelli un incontro urgente volto a concordare gli interventi correttivi alla norma. Nel caso in cui non avvenisse, l’Associazione ritirerà la propria rappresentanza in seno alla Commissione nazionale sperimentale grano duro (Csn) voluta dal Mipaaf e nata con l’obiettivo di prevedere e indicare prezzi che rispecchino fedelmente l’andamento del mercato del grano duro (leggi qui). La Csn è infatti composta da 10 commissari indicati da Italmopa per la parte acquirente. Gli altri 10, invece, sono stati segnalati da Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Liberi agricoltori per la parte venditrice.

 

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