Vicenda olio extra vergine: nuova ipotesi di reato. E l’Agcm avvia sette istruttorie

Roma – Non c’è pace per l’olio extra vergine d’oliva. Oltre alla frode in commercio, ci sarebbe anche il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, tra quelli individuati dalla procura di Torino. Che, in base a questi sviluppi, ha disposto il trasferimento dell’inchiesta a Firenze, Genova, Spoleto e Velletri. E oggi arriva anche una nota dell’Antitrust che comunica: “Sulla base delle segnalazioni pervenute da un’associazione di consumatori, l’Agcm ha avviato sette istruttorie, per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti di alcune importanti aziende. Oltre a tre marchi del Gruppo Carapelli (‘Carapelli Il frantoio’, ‘Bertolli Gentile’ e ‘Sasso Classico’), gli altri sono ‘Carrefour Classico’, ‘Cirio 100% italiano’, ‘De Cecco Classico’, ‘Prima donna Lidl’, ‘Pietro Coricelli Selezione’ e ‘Santa Sabina’”. Se venissero confermate le discrepanze fra le caratteristiche chimico organolettiche dichiarate in etichetta e quelle effettive verificate tramite test, si tratterebbe di pratiche commerciali scorrette in grado di indurre in errore i consumatori nelle loro scelte d’acquisto.

Torna in cima