Vino italiano: vendite stazionarie (+0,4%) nella Gdo di Usa, Germania e Uk. Cresce il segmento ‘low alcol’

2023-11-09T12:59:30+02:009 Novembre 2023 - 12:59|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , , , , |

Roma – Nei primi nove mesi dell’anno la performance allo scaffale negli Stati Uniti, Germania e Regno Unito –  i tre maggiori mercati di destinazione del vino italiano – vira timidamente in territorio positivo, a +0,4% nei volumi (era a -0,2% nel semestre), per un valore di circa 3,3 miliardi di euro. Lo riportano le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen-IQ, che parlano di un calo tendenziale a volume per la domanda di bollicine (-2%). Salgono invece dell’1,2% i fermi (2,15 miliardi di euro), per un totale di 3,4 milioni di ettolitri: pari a 452 milioni di bottiglie da 0,75/litri.

Tra le buone notizie, la crescita a volume degli spumanti negli Usa (+3,7%) e quella del mercato dei vini fermi in Germania e Uk (+4% circa). Per contro, nel primo mercato al mondo soffrono i fermi del Belpaese (-6,6%), mentre le variazioni degli spumanti in Uk e Germania sono negative e si attestano rispettivamente a -5,9% e a -1,4%. Il computo finale segna Uk stabile (+0,1%), Germania in terreno positivo (+3,9) e Usa ancora in calo (-3,5%). Oltreoceano resta forte l’incidenza dei prodotti ‘low alcol’ con aromi alla frutta, provenienti dall’Italia e in particolare dal Piemonte. Su un totale di 906 milioni di euro relativo agli acquisti di ‘table wines’ tricolori (vini fermi e frizzanti, esclusi spumanti), l’impresa americana di vino italiano somma vendite per 341 milioni di euro, con un’incidenza sul venduto della tipologia al 38%.

“Il fenomeno deve far riflettere la nostra filiera, perché è la sintesi delle potenzialità multitarget del vino in una fase di forte transizione dei trend di consumo”, afferma il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti. “Il modello italiano rimane chiaramente quello tradizionale dell’alta qualità e del sistema delle denominazioni, ma ciò non esclude l’apertura verso forme produttive più ‘laiche’”. E aggiunge: “Il player statunitense, sfruttando anche il brand Italia, negli ultimi 7 anni ha aumentato il proprio business del 500% e non è certo un caso”.

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