Etichettatura d’origine per pasta e riso: mai notificati i decreti a Bruxelles

Roma – I decreti legge che introducono l’etichettatura d’origine per il grano utilizzato per la produzione della pasta e per il riso, in Italia, sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale (leggi qui) ma, sembra, mai notificati all’Ue, come invece sarebbe previsto. Uno scivolone che potrebbe rendere nulli i provvedimenti, che dovrebbero entrare in vigore, secondo quanto stabilito dai Dl firmati dai ministri Carlo Calenda (Sviluppo) e Maurizio Martina (Agricoltura), 1l 16 febbraio per il riso e il 17 febbraio per la pasta. La notizia ha innescato una polemica a distanza fra l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Gianni Fava, e il ministro delle Politiche agricole Martina. “I decreti non sono mai stati notificati all’Unione europea, a conferma che l’abisso che il governo sta scavando nei confronti di Bruxelles è sempre più profondo. E ancora una volta, gli agricoltori sono stati presi in giro”, ha tuonato Fava. A stretto giro di posta la replica di Martina, che sembra confermare il mancato invio: “Spiace che l’assessore Fava si copra di ridicolo da solo. Da europeista convinto quale egli è da sempre, non riesce a spiegarsi come mai il governo abbia deciso di procedere con il decreto per l’introduzione dell’origine in etichetta anche per grano e riso, senza aspettare l’autorizzazione da Bruxelles. Evidentemente l’assessore avrebbe voluto aspettare un via libera che non sarebbe mai arrivato dalla Commissione europea, a causa dei gravi ritardi che Bruxelles da sempre accumula nell’applicazione del regolamento 1169. Noi invece, diversamente da lui, preferiamo andare avanti ed entro febbraio avere etichette più trasparenti sugli scaffali, anche a costo di presentarci alla Corte di Giustizia europea per difendere gli interessi dei produttori agricoli del nostro paese di fronte alla latitanza delle norme europee. Questione di scelte”.

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