Lollobrigida a tutto campo

2022-11-11T11:31:07+02:0011 Novembre 2022 - 12:30|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

La sovranità alimentare spiegata bene. La distribuzione che “preferisce ragionamenti sul prezzo”. L’attacco al cibo prodotto in laboratorio. Il ministro dell’Agricoltura affronta i temi caldi del momento a Excellence, in scena a Roma dal 10 al 12 novembre.

Fedelissimo di Giorgia Meloni, di cui è anche cognato, Francesco Lollobrigida è uno dei ministri più in vista e ‘loquaci’ del governo nato una ventina di giorni fa. Il dicastero è stato subito ribattezzato con un nome nuovo di zecca: ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e forestale. A far discutere è soprattutto la dicitura ‘sovranità alimentare’, oggetto di innumerevoli commenti in queste settimane. Per chiarire la vicenda e affrontare altri temi caldi, Lollobrigida ha scelto Excellence, fiera enogastronomica in scena a Roma dal 10 al 12 novembre.

“L’Italia è una nazione che compete sulla qualità, non sulla quantità”, ha spiegato ieri. “Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo depotenziato diversi asset strategici, riscontrando di avere una ‘indipendenza relativa’ nel settore energetico e nell’agroalimentare, per esempio. Problemi che mettono in difficoltà i produttori, che hanno costi elevati, e i consumatori, che si chiedono la ragione di questi prezzi alti, ipotizzando la speculazione di allevatori e agricoltori. Salvo poi scoprire che agricoltori e allevatori pagano quei prodotti di più rispetto al passato e tengono in piedi le loro aziende con spirito di sacrificio. Solo per attaccamento alla terra”. Quanto all’agricoltura, il ministro aggiunge: “Per secoli è stata fondamentale in Italia, poi si è scelta la strada di comprare prodotti dall’estero, perché costavano di meno. A quel punto è cresciuta la dipendenza da altri Paesi”.

Di qui l’aggancio alla tanto discussa ‘sovranità alimentare’, termine adottato anche dal ministero dell’Agricoltura francese, come ricorda Lollobrigida. “Sovranità alimentare non è autarchia: siamo un Paese esportatore”, prosegue. “E non significa certo che dobbiamo consumare solo ciò che produciamo noi. Il punto è che, a causa di una degenerazione della globalizzazione, ormai non è più importante quello che si mangia; è importante solo produrre e garantire cibo. Ma noi pensiamo si debba produrre e garantire cibo di qualità. La riappropriazione del diritto di produrre cibo di qualità, con filiere che lo permettano, è un elemento essenziale per lo sviluppo di un’economia sana, mantenendo inalterati i valori connessi a quella tipologia di prodotto”.

Lollobrigida sottolinea poi che “la produzione agricola non è solo una produzione di reddito; è anche cultura e tradizione; è la possibilità di contenere il dissesto idrogeologico, dato che le criticità del suolo derivano in gran parte dall’abbandono delle campagne. Dobbiamo avere imprenditori e allevatori che rispettano l’ambiente; dall’altra parte ci deve essere un prodotto finale di qualità. In mezzo c’è la distribuzione. Che va coordinata e incentivata a utilizzare sempre più prodotti di qualità. Troppo spesso, infatti, preferisce ragionamenti che si basano solo sul prezzo”.

In questa “fase critica”, come la definisce il ministro, “l’Italia deve valorizzare le sue grandi potenzialità. Non possiamo mettere sullo stesso piano l’economia agricola italiana, sana e pulita, con quella di Cina e India, che non si presentano neanche alla Cop27, la conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici. E magari impediamo alle nostre aziende di produrre perché non rispettano certi requisiti, e poi compriamo gli stessi prodotti appunto da Cina e India”.

Arriva poi l’affondo finale su un altro tema rovente: “Non posso accettare l’idea di mangiare bistecche prodotte in laboratorio, invece che provenienti da allevamenti sani e all’insegna del benessere animale. Daremo sempre battaglia per fermare chi sostiene quest’idea. Al limite posso capire gli insetti, sempre che qualcuno abbia il coraggio di mangiarli… Ma non potrò mai accettare il cibo prodotto in laboratorio”.

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