Allevamenti: costi alle stelle per via di caro energia e mangimi

2022-08-18T10:17:16+02:0018 Agosto 2022 - 10:17|Categorie: Carni, Formaggi, Mercato, Salumi|Tag: , , , , |

Milano – Si delinea un quadro preoccupante per gli allevatori italiani. A pesare sulle stalle sono due fattori: la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane e la mancanza di mangimi. A fine luglio sono arrivati i primi segnali di rallentamento dei prezzi delle materie prime agricole (leggi qui), ma i risvolti futuri, stando a quanto dichiara Ismea, dipenderanno dai raccolti di settembre (leggi qui). Ecco che il caro mangimi, unitamente al caro energia, hanno messo in crisi diverse stalle da latte. Per quanto concerne chi alleva animali per produrre carne, invece, sembra che la situazione sia leggermente migliore. Macelli e industrie di trasformazione, infatti, hanno riconosciuto agli allevatori buona parte dell’aumento del prezzo innescato dall’incremento dei costi dei mangimi. Ma è il calo dei consumi di carne a spaventare gli allevatori: nei primi cinque mesi del 2022, sono diminuiti del 5,5%, stando ai dati Ismea. In cambio, secondo Coldiretti, i costi delle oltre 5mila stalle dove si allevano maiali per la produzione di prosciutti di Parma e San Daniele e dei salumi Dop sono aumentati del 60%. “Nella filiera dei bovini i prezzi di produzione sono esplosi: la razione alimentare degli animali è cresciuta del 25%, mentre i costi energetici sono balzati del 70% negli ultimi mesi”, commenta Luigi Scordamaglia, presidente di Assocarni. Dalla crisi Covid ad oggi, il gas è aumentato di 10 volte. Ora, alle imprese un bovino adulto costa il 30% in più, un vitellone il 25%. “All’ingrosso il prezzo degli animali è cresciuto del 15-25%. La Gdo ha aumentato progressivamente i prezzi di vendita, ma li ha comunque contenuti in parte, per paura di un crollo dei consumi. La vera sfida sarà riuscire a tenerli a un livello giusto per assicurare un minimo di marginalità ai produttori”.

Torna in cima