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Assobirra: “Chiediamo interventi fiscali mirati per far ripartire il settore”

2021-06-17T14:52:41+02:0017 Giugno 2021 - 14:52|Categorie: Beverage, in evidenza|Tag: , , , |

Roma – Si chiude in negativo il 2020 della birra in Italia, con un calo che rispecchia l’impatto della pandemia sul comparto. Lo rivelano i dati dell’Annual Report 2020 di Assobirra, l’associazione che dal 1907 rappresenta la quasi totalità della produzione brassicola nazionale. La pandemia e la chiusura prolungata del canale Horeca si sono fatte sentire sia per quanto riguarda la produzione, calata dell’8,4%, sia sotto il profilo dei consumi, che segnano -11,4%. E anche l’export non va meglio: registra infatti una diminuzione del 4,8%. Una decisa battuta d’arresto che arriva dopo un 2019 da record, e una serie di risultati positivi ottenuti negli ultimi 10 anni. Se i grandi gruppi hanno in qualche modo limitato le perdite, grazie alla loro radicata e capillare presenza nel canale della grande distruzione, sono soprattutto i piccoli birrifici ad aver pagato il prezzo più alto. Si parla di circa un migliaio di realtà su tutto il territorio nazionale, che registrano un calo di produzione e fatturato pari al 70%.

“Per ripartire, dobbiamo sostenere la capacità di investimento delle imprese, garantire misure di rafforzamento della struttura finanziaria, e puntare sulla competenza e sulla formazione dei lavoratori”, commenta Michele Cason, presidente di AssoBirra. Gli fa eco Alfredo Pratolongo, vicepresidente dell’associazione: “La ripresa del comparto passa da interventi mirati di fiscalità. Un incentivo fiscale di 10 centesimi al litro sulla birra in fusto per sostenere gli oltre 140mila punti di consumo presenti in Italia, che può generare un effetto moltiplicatore lungo tutta la filiera”. Ma anche, continua Pratolongo, “una revisione delle accise, ancora oggi una zavorra che blocca le potenzialità di sviluppo del settore”.

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