Assocarni: “Promiscuità e pessime condizioni igieniche alla base dei contagi nei macelli tedeschi”

2020-06-22T11:28:33+02:0022 Giugno 2020 - 11:25|Categorie: Carni|Tag: , |

Roma – “La situazione dell’industria della carne italiana non ha niente a che vedere con quanto sta succedendo in Germania con il Covid-19”. La precisazione di Luigi Scordamaglia, vice presidente di Assocarni (l’associazione che rappresenta l’industria della carne italiana), arriva in riferimento alle notizie che informano dell’alto numero dei contagi da Coronavirus nei macelli tedeschi, in particolare nel mattatoio Toennies nel länder della Renania settentrionale, che conta oltre 6mila dipendenti. “Gli standard igienico-sanitari italiani hanno consentito durante la pandemia di non avere positività significative nelle principali industrie della carne nazionali e in particolare nei macelli del Nord Italia, pur essendo zone di massima incidenza Covid”, sottolinea Scordamaglia.  “Dall’incidenza rilevata nelle nostre aziende”, continuano da Assocarni, “chi è andato a lavorare in questi impianti in Italia si è addirittura ammalato meno di chi è stato a casa”. Secondo l’associazione, in Germania il proliferare della malattia nei macelli è da attribuire soprattutto all’impiego di lavoratori stranieri dell’Est Europa che vivono e lavorano in Germania con cooperative nomadi da noi vietate, e che operano in condizioni di totale promiscuità. Come sottolineano, inoltre, da Assocarni: “Al danno si aggiunge la beffa, dal momento che questi impianti fanno dumping con prezzi più bassi alle aziende italiane che rispettano standard elevati e costosi”.

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