Benessere animale, il Consorzio del parmigiano respinge le accuse di Ciwf: “Insostenibili sotto tutti i punti di vista”

2017-11-29T10:29:49+02:0029 Novembre 2017 - 10:28|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , |

Reggio Emilia – Dopo gli attacchi mossi dall’associazione animalista Ciwf Italia contro grana e parmigiano, in merito al benessere delle vacche in stalla (leggi qui), il Consorzio del parmigiano reggiano ha risposto punto su punto, respingendo in maniera decisa le accuse di mancanza di attenzione al tema delle condizioni degli allevamenti: “Non è vero che si può parlare di maltrattamento animale nella filiera del parmigiano reggiano”. Il Consorzio, entrando in dettaglio, spiega: “L’Associazione Ciwf ci accusa di maltrattare le vacche destinate alla produzione di parmigiano. Un’accusa che è insostenibile sotto tutti i punti di vista. Gli allevamenti della filiera del parmigiano reggiano sono infatti sottoposti ai controlli dei veterinari, come previsto dalla normativa vigente europea. Non esiste alcun ‘maltrattamento animale’ in quanto gli standard dettati dalla legge sono ampiamente rispettati”. Rispetto all’inchiesta svolta dall’Associazione, il Consorzio, in prima battuta, spiega che “il quadro emerso è relativo a un campione non significativo e non rappresenta in alcun modo la filiera”. Il reportage, infatti, ha preso in considerazione solo nove stalle rispetto alle ben 8mila che producono latte per grana e parmigiano (3mila, in particolare, quelle del parmigiano). L’Ente respinge seccamente anche le accuse di ‘allevamento intensivo’. “La nostra filiera è composta da 3mila allevamenti: si tratta, per lo più, di realtà a carattere familiare per le quali non si può parlare assolutamente di allevamento intensivo. Inoltre, il 30% degli allevamenti è localizzato in aree montuose dove è impossibile qualsiasi forma di allevamento intensivo”. Sul tema dell’alimentazione delle vacche, anch’esso sollevato da Ciwf, il Consorzio guidato da Nicola Bertinelli fa chiarezza, forte di un Disciplinare tra i più rigidi, in materia. “Il Consorzio del parmigiano reggiano, non solo rispetta la normativa sul benessere animale ma va oltre, fissando un’alimentazione rigida per garantire alle bovine uno stato di salute ottimale, essenziale per la produzione della nostra Dop. Sono assolutamente vietate materie prime di scarsa qualità come i sottoprodotti dell’industria alimentare, le farine di pesce e le farine di carne. È vietato inoltre l’uso di foraggi fermentati, come gli insilati di mais”. Il Consorzio precisa anche quali siano le sue funzioni e quelle delle norme che fissano i parametri produttivi del parmigiano reggiano: “Nel Disciplinare non si parla di benessere animale perché tale variabile non rientra nei compiti che gli sono attribuiti e il tema è regolamentato da una specifica normativa europea”. In ogni caso, l’Ente è attualmente impegnato in un progetto di certificazione e trasparenza del benessere animale per implementare un sistema di certificazione, sul modello del manuale Crenba. Infine, il Consorzio non si sottrae alla discussione sul tema del pascolo per le vacche, chiarendo in maniera netta il proprio punto di vista: “Non c’è una relazione assoluta tra pascolo e benessere. Nelle stalle della nostra filiera le vacche hanno un riparo, uno spazio adeguato per muoversi e per riposare, una buona ventilazione, acqua per abbeverarsi, un’alimentazione corretta, doccette per bagnarsi. Se esistono casi isolati non conformi alla normativa è interesse del Consorzio che tali eccezioni vengano messe in luce e che si prendano i provvedimenti necessari, senza generalizzare ed attribuire il problema ad un intero comparto”.

Torna in cima