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‘Carne’ e ‘latte’ sintetici / Coldiretti: “Il nodo è capire come l’Unione Europea potrebbe accogliere la novità”

2022-06-06T10:27:26+01:006 Giugno 2022 - 10:27|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Roma – Con una nota pubblicata sul portale IlPuntodiColdiretti l’associazione prende posizione in merito ai sostitutivi ‘sintetici’ di carne e latticini dopo che nei giorni scorsi la start-up israeliana Remilk ha annunciato l’apertura, in Danimarca, del più grande stabilimento europeo per la produzione di ‘latte’ animal-free, ottenuto da fermentazione (leggi qui). “‘Real dairy. No cows’. È lo slogan che campeggia sul sito della Remilk, la start up israeliana che promette di fare ‘veri’ latte e formaggi senza l’aiuto delle mucche, nuovo simbolo dell’attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola portato dalle multinazionali del cibo. Un’aggressione che, dietro belle parole come ‘salviamo il pianeta’ e ‘sostenibilità’, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati, degli agricoltori stessi”, commenta Coldiretti, che aggiunge: “Il nodo è capire come l’Unione Europea potrebbe accogliere la novità. In passato la Corte di Giustizia Ue si è pronunciata chiaramente contro l’utilizzo del termine ‘latte’ per le bevande vegetali (ad esempio il latte di soia), ma le sempre più aggressive politiche di marketing adottate dalle multinazionali e l’attività di lobby all’interno delle istituzioni rischiano di sfondare e aprire la strada a filiere ‘dal laboratorio alla tavola’ dove a rimetterci in salute e reddito saranno i cittadini, a tutto vantaggio dei miliardari ‘filantropi’ che sempre più numerosi foraggiano il cibo artificiale”. E scrive ancora: “Coldiretti, assieme a Filiera Italia, ha smontato una dietro l’altra le bugie che ci celano la presunta bistecca green, che in realtà non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.

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