Grano bio: in Italia crescono le superfici coltivate ma calano le vendite a valore di pasta. Ismea identifica le cause

2021-05-18T11:52:13+02:0018 Maggio 2021 - 11:26|Categorie: Bio, Grocery, Pasta e riso|Tag: , |

Roma – In Italia la superficie coltivata a grano duro bio registra un trend crescente da diversi anni ma, nell’ultimo biennio, le vendite di pasta sono diminuite a valore. Una ricerca pubblicata da Ismea sulla filiera bio della pasta di grano duro, analizza il settore e ne individua le criticità. Su quasi due milioni di ettari coltivati a bio, il 16% circa (330.284 ettari) è destinato ai cereali, di cui il 34% al grano duro e il 10% al frumento tenero (un’analisi della distribuzione per area geografica, poi, dimostra che il Mezzogiorno detiene il 79% della superficie nazionale). Le varietà di frumento duro coltivate nelle superfici bio sono molteplici: si va dalle sementi di frumento commercializzate dalle principali ditte sementiere vendute con il certificato bio o non trattate, alle varietà di grani antichi (es. senatore Cappelli o timilia). Nonostante il grano duro bio sia il cereale più coltivato in Italia e la seconda coltura certificata per estensione dopo l’olivo da olio, non manca una consistente quota di prodotto importato (principalmente dalla Turchia) per sopperire a una domanda di pasta mondiale in crescita. Detto ciò, nell’ultimo biennio si è registrato però un calo delle vendite in valore di pasta bio in Italia, a fronte della crescita significativa di altri prodotti bio come uova e formaggi, ortofrutta e frutta secca. Come sottolineato da Ismea, esistono quindi delle vulnerabilità economiche che il comparto deve risolvere: le rese inferiori (in campo, in fase di molitura e nel processo di pastificazione); la pastificazione più costosa (che spesso richiede un processo di essicazione lenta e/o a bassa temperatura); il prezzo delle materie prime che è superiore (può arrivare ad essere + 50% rispetto a quello convenzionale) e, infine, il prezzo della pasta a scaffale (nella Gd, a differenza di quello che avviene nei negozi specializzati, il consumatore fa un confronto immediato tra il prezzo della pasta bio con quello della versione convenzionale).

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