Milano – Se fino a poco tempo fa i prodotti Dop e Igp erano considerati di nicchia, oggi rappresentano una colonna portante all’interno dei mercati internazionali. La ’Dop Economy’ è in continua crescita. A rivelarlo è il rapporto realizzato da Ismea e dalla Fondazione Qualivita, che ogni anno si occupano di monitorare il settore. Nel 2021, infatti, i prodotti Dop e Igp hanno realizzato nel complesso un fatturato di 19,1 miliardi di euro (+16,1%), con un giro di esportazioni pari a 10,7 miliardi (+12,8%).
Se nel 2022 il segmento dei vini ha realizzato 11 miliardi di fatturato, il comparto lattiero caseario di origine protetta si è piazzato immediatamente dietro con 4,2 miliardi. Soprattutto grazie a marchi altisonanti che fanno di qualità e territorialità i propri punti di forza. Grana Padano e Parmigiano e Reggiano su tutti, sono brand sempre più apprezzati all’estero e fungono da variabili trainanti per la l’economia nazionale.
“Nel settore dei formaggi a marchio Ue, l’Italia vanta insieme alla Francia il primato dei riconoscimenti Dop e Igp con 56 prodotti”, spiega Paolo Zanetti, presidente di Assolatte. “Ma registra una produzione che in termini di volume e fatturato è più del doppio di quella francese. 580mila tonnellate contro le 200mila d’oltralpe”. I formaggi Made in Italy non hanno svolto un ruolo chiave solo in termini di fatturato, ma hanno anche fatto da apripista al tema della valorizzazione della qualità delle produzioni.