Verona (Vr) – Le 117 maggiori aziende vitivinicole italiane – 77 cantine private e 40 coop – rappresentano il 61,3% del giro d’affari totale del settore (era il 55% nel 2021), il 65,8% delle esportazioni (era il 54,6% nel 2021) e il 56,07 delle vendite domestiche. Il Corriere della Sera riporta la sua classifica, da cui emerge che le 117 realtà che entrano al suo interno hanno realizzato un fatturato totale di 8,9 miliardi di euro nel 2022 (+11,2% sull’anno precedente), di cui 5,1 miliardi legati all’export e 3,7 miliardi legati mercato interno. Le esportazioni sono aumentate del 33,9%, mentre l’Italia ha visto un declino del 9,8%.
Le cooperative pesano per il 1,7% sul giro d’affari complessivo, per il 34% sull’export e per il 52,2% sul fatturato Italia. La prima realtà italiana per fatturato è Cantine Riunite & Civ, con 698,5 milioni di euro. A cui seguono Gruppo Caviro (417,4 milioni), Cavit (264,8 milioni), La Marca Vini e Spumanti (235 milioni) e Mezzacorona (213,4 milioni). Guardando alle cantine private, primeggia Argea, con un fatturato da 455 milioni di euro, seguita da Italian Wine Brands (430,3 milioni), Gruppo Santa Margherita (260,4 milioni), Marchesi Antinori (245,8 milioni) e Fratelli Martini (237 milioni).
Per quanto riguarda la crescita del fatturato, Prosit Group guida la classifica (+137,14%); il maggior incremento all’estero è stato realizzato da Viticoltori Friulani La Delizia (+69,27%). Tenuta San Guido totalizza un rapporto Ebitda / fatturato del 62,29%, risultando prima in classifica per redditività; dietro si posizionano Biserno (con un indice del 52,78%), Jermann (48,46%), Marchesi Frescobaldi (38,99%) e Gruppo Santa Margherita (34,64%). Il maggior imbottigliatore privato è Italian Wine Brands, con 168 milioni di bottiglie. Marchesi Antinori, con 3mila ettari in produzione, è la realtà con più ettari vitati di proprietà.
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