Roma – Dopo i dati poco entusiasmanti sul frumento duro (leggi qui), è ora la volta del frumento tenero. I numeri forniti da Italmopa (Associazione industriali mugnai d’Italia) parlano di un incremento dei volumi produttivi che, secondo le stime, quest’anno potrebbero superare 3 milioni di tonnellate. Rimanendo tuttavia insufficienti rispetto al fabbisogno interno di oltre 6,5 milioni di tonnellate di frumento tenero, destinato principalmente a panificazione e sostituti del pane (57%), biscotti, prodotti da forno e di pasticceria (20%), pizza (9%) e, in percentuale minore, anche pasta (2%).
Sul fronte qualitativo del raccolto, Italmopa evidenzia severe criticità rispetto alle esigenze del comparto molitorio. “Una parte significativa della produzione normalmente destinata all’alimentazione umana potrebbe essere declassata, anche quale conseguenza di un andamento climatico sfavorevole, per essere destinata a uso zootecnico”, spiega Andrea Valente, presidente di Italmopa.
Volumi e qualità insoddisfacenti porteranno così a un incremento delle importazioni, che già incidono per il 65% sui volumi di frumento tenero trasformati dai molini italiani. “Le importazioni presenteranno nel corso del prossimo anno e più che nel passato, carattere di assoluta e indispensabile complementarità rispetto all’offerta nazionale per garantire la disponibilità di farine rispondenti alle esigenze quanti-qualitative dei clienti dell’industria molitoria e dei consumatori”, commenta Valente.
