Mangimi: produttori in allerta per la carenza di mais e soia

2023-03-16T10:10:13+01:0016 Marzo 2023 - 10:10|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Roma – “Due anni fa, l’Italia produceva il 50% del mais di cui aveva bisogno. L’anno scorso, anche per colpa della siccità, c’è stato un calo drastico e ora siamo autosufficienti solo per un 30-35%”, spiega al Sole 24 Ore Giulio Usai, responsabile economico Assalzoo, associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici. Il resto del mais necessario viene dall’Est Europa. E per quanto riguarda la soia, il nostro Paese riesce a garantire solo 700mila tonnellate dei 3,6 milioni di cui ha bisogno: circa il 20%. Il resto viene dal Sudamerica (soprattutto da Brasile e Argentina).

Ogni anno, in Italia si producono 15,5 milioni di tonnellate di mangimi, per i quali mais e soia sono gli ingredienti principali. Ora la siccità ha dimezzato i raccolti in Argentina. Inoltre, nel 2022 il mais era arrivato a costare 400 euro la tonnellata (tradizionalmente era sui 170 euro). Questa settimana, alla Borsa di Milano è sceso sotto la soglia dei 300 euro. Silvio Ferrari, presidente Assalzoo, è pessimista: “Già oggi i sottoprodotti delle lavorazioni agroindustriali costituiscono un terzo degli ingredienti che compongono i nostri mangimi. Se volessimo aumentarne la quota, dovremmo contenderci la materia prima con chi produce bioenergia”.

I Consorzi Agrari d’Italia, tuttavia, ritengono che “non dovrebbero essere previsti grossi cambiamenti per mercato e prezzi nel nostro Paese”. Gli analisti, infatti, prevedono un rialzo delle produzioni di Brasile e Stati Uniti, che dovrebbero compensare le carenze dell’Argentina.

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